”Non posso scegliere come vivere, pero’ posso scegliere come morire: per questo ho deciso di non sottopormi piu’ a chemioterapia”. Aveva scelto la sua strada da solo, il sergente Salvo Cannizzo, 36 anni, morto ieri per un cancro al cervello.
Una malattia che riteneva di aver contratto respirando uranio impoverito mentre era in servizio in Kosovo. La notizia del decesso del maro’ e’ pubblicata dal quotidiano La Sicilia di Catania. Padre di tre bambini, da sempre impegnato nel sociale nel suo rione, il popoloso quartiere di Librino, aveva scoperto di avere un tumore gia’ dal 2006, cosi’ come altri quattro dei nove commilitoni della sua squadra. Il 2 luglio scorso aveva inscenato una protesta plateale incatenandosi davanti l’ufficio di rappresentanza della Regione Siciliana a Catania. ”Mi hanno congedato nel 2011 con una pensione di 769 euro al mese – ribadi’ in quell’occasione – ma 350 li verso alla mia ex moglie per il mantenimento delle nostre figlie e altri 350 li pago di affitto. Come posso vivere?”. Per potere sostenere le spese della chemio in Lombardia aveva chiesto l’aiuto dello Stato: ”Le istituzioni si passino la mano sulla coscienza – disse – le passerelle dopo le morti servono a poco. Fateci vivere quel che ci resta con dignita”’. I funerali saranno celebrati alle 16, dal cappellano militare, don Alfio Spampinato, nella chiesa di San Leone.