Un pensionato di oltre settant’ anni residente in un comune dell’Appennino bolognese e’ stato condannato a cinque anni e sei mesi per violenza sessuale nei confronti di una ragazza con deficit cognitivi e di un bambino di 11 anni. Il collegio, presieduto dal giudice Leonardo Grassi, ha stabilito il pagamento di una provvisionale di 20 mila euro come risarcimento alla giovane, all’epoca dei fatti (estate 2008) appena diciottenne. In parte civile la ragazza era assistita dall’avvocato Donatella Ianelli.

L’accusa e’ stata portata avanti in aula dal pm Augusto Borghini. Le due vicende, a pochi mesi di distanza, non sono legate tra loro. La ragazza disabile era ospite di una struttura protetta e il pensionato l’aveva ‘adescata’ in un bar. Lui ha iniziato offrendole bibite e merende, poi e’ passato a farle proposte di tipo sessuale. Un giorno, con una scusa, e’ riuscito a farsi seguire nel proprio appartamento da lei e da un amico, pure lui con problemi psichici e ospite della casa protetta. Qui ha mostrato loro giornali pornografici, si e’ masturbato, ha baciato e toccato la ragazza nelle parti intime. Una volta tornata nella struttura, gli educatori si sono accorti che era sotto choc e, dopo essersi fatti raccontare quello che era successo, hanno fatto denuncia ai carabinieri. Nel dibattimento, le dichiarazioni della vittima sono state acquisite da uno psicologo della polizia mentre l’amico e’ stato ascoltato nella struttura dove vive. E’ stato con un incidente probatorio che, durante il processo, il ragazzino di 11 ha raccontato l’abuso che lo ha riguardato. Una sera di settembre nella piazza del paese venne avvicinato dall’anziano, che lo convinse a seguirlo in un vicolo. Dopo averlo abbracciato, lo tocco’ nelle parti intime. Il bambino allora raggiunse il padre, in lacrime. Poco dopo scatto’ la denuncia. L’uomo, che non ha mai reso dichiarazioni, e’ stato condannato per violenza sessuale, aggravata dal fatto che questa e’ avvenuta su un minore di 14 anni e nei confronti di persona con inferiorita’ psichica.

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