Ha tentato di uccidere la moglie, dalla quale si stava separando, premendole sul volto un cuscino mentre lei stava dormendo. Ma la donna si e’ svegliata ed e’ riuscita a resistergli. Poi e’ stato lui stesso, il marito potenziale uxoricida, a chiamare il 118. E a negare anche di fronte all’evidenza di aver cercato di ucciderla.

E’ successo a Nichelino, nel Torinese. Da quanto gli investigatori hanno poi ricostruito, l’uomo, R.G., 56 anni, impiegato civile distaccato alla Questura di Torino, non aveva accettato l’idea di separarsi dalla donna della sua vita, con cui era sposato da oltre 20 anni e che gli aveva dato due figli. Non si era rassegnato, anche se i propositi di sua moglie ormai erano chiari, tant’e’ che i due da tempo dormivano in stanze separate e lei aveva manifestato l’intenzione di lasciare la loro abitazione non appena ne avesse avuto la possibilita’. Lui non sopportava l’idea di restare solo, al punto di architettare un gesto estremo: ucciderla nel sonno per poi togliersi la vita. ”Mi ha detto che poi si sarebbe ucciso”, ha raccontato la donna ai carabinieri, che nel pomeriggio hanno arrestato l’uomo per tentato omicidio. L’arresto e’ avvenuto dopo molte ore dall’accaduto, all’ospedale di Moncalieri, dove la donna era stata portata per accertamenti. All’inizio, infatti, i due avevano cercato di negare l’accaduto. Subito dopo l’aggressione i due erano rimasti a piangere sul letto per un’ora e mezza. L’uomo aveva poi chiamato il 118 sostenendo che la moglie fosse stata vittima di una crisi d’ansia. La donna, che da alcune notti chiudeva a chiave la porta della camera da letto (non questa volta pero’, per il troppo caldo), era solita nascondere i coltelli della cucina intuendo che il marito potesse rappresentare un pericolo. Quando e’ giunta in ospedale era in stato di choc e non ha detto nulla finche’ non ha visto un conoscente. Poi si e’ aperta con i due figli adulti, con gli amici e con i medici che, sentito quanto era accaduto, hanno chiamato i carabinieri. Al momento dell’arresto l’uomo era nella sala d’aspetto dell’ ospedale, dove era arrivato accompagnando la moglie a bordo dell’ambulanza. Quando i carabinieri, su mandato del pm Alessandro Aghemo, gli hanno formalizzato l’accusa di tentato omicidio e’ quasi caduto dalle nuvole: ”Che cosa vi ha raccontato mia moglie?”, ha detto ai militari che gli hanno mostrato il cuscino. Difeso dall’avvocato Ferruccio Cannata, nega ancora tutto. Ora e’ nel carcere di Torino dove domani si terra’ l’udienza di convalida.

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