Si e’ concentrato nello Yemen l’allarme terrorismo globale lanciato sabato dagli Stati Uniti dopo l’intercettazione di una telefonata tra il capo di al Qaeda, l’egiziano Ayman al Zawahiri, e il capo di Qaeda nella Penisola Arabica, Naser al-Wuhayshi.
Da domenica scorsa sono state chiuse 28 tra ambasciate e consolati Usa in diversi paesi musulmani ma oggi il dipartimento di Stato ha ordinato, oltre all’evacuazione di tutto il personale diplomatico e, da parte sua il Pentagono, anche quello dell’aeronatica militare, Wshington ha chiesto a tutti gli americani nel Paese di andare via “immediatamente”. Disposizione data poco dopo che un drone americano nello Yemen ha ucciso 4 miliziani nella provincia centrale di Maarib, tra i principali santuari di al-Qaeda nella Penisola Arabica. L’esempio di Washington e’ stato seguito a stretto giro dal governo britannico che evacuato tutto lo staff diplomatico e ha chiesto a tutti i sudditi di Sua Maesta’ di lasciare il Paese. Da domenica e’ chiusa anche l’ambasciata francese a Sanaa ma senza ordinare il rimpatrio dei connazionali. Prudente la reazione della Farnesina. “In Yemen l’ambasciata l’abbiamo chiusa al pubblico ma con assistenza telefonica”, ha reso noto il ministro degli Esteri, Emma Bonino, prima che il dipartimento di Stato americano ordinasse a tutti gli americani di lasciare il Paese. Bonino, pur consapevole che l’eventualita di un attacco contro obiettivi italiani e’ sempre possibile, si e’ dimostrata meno allarmista: “Moduliamo (la risposta, ndr) secondo le informazioni che abbiamo capitale per capitale”, ha spiegato Bonino. Secondo la ricostruzione del New York Times, a scatenare l’allarme negli Usa la telefonata in cui Zawahiri avrebbe ordinato a Wuhayshi di compiere un attentato entro il 4 agosto, mentre per il network televisivo ‘Cnn’ si sarebbe limitato a prescrivergli di “fare qualcosa”: un’espressione sibillina quanto generica, sufficiente comunque a mettere sull’avviso le autorita’ americane e i loro alleati piu’ stretti. Gli elementi raccolti al riguardo sono stati definiti “probabilmente una delle minacce piu’ specifiche e credibili di cui abbia mai avuto conoscenza fin dal, forse, settembre 2011” dal deputato repubblicano Michael McCaul, presidente della commissione Sicurezza Interna presso la Camera dei Rappresentanti.