I lavori nell’appartamento papale nel palazzo Apostolico vaticano sono in dirittura d’arrivo, realizzati in tempi record per permettere a Papa Francesco di lasciare la stanza 207 della Casa di Santa Marta e traslocare nel “suo” appartamento. Ma è oramai di dominio pubblico che Jorge Bergoglio ritiene troppo grande quella casa dove hanno abitato i suoi venerati predecessori: lui che è abituato a vivere in un appartamento non vorrebbe trasferirsi in una sorta di grande museo. E mentre utilizza ormai normalmente l’appartamento “pubblico”, quello dove riceve le udienze ufficiali, per quello “privato” i dubbi rimangono tutti.

“Per ora abita a Santa Marta”: è stata questa l’unica risposta che il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dato oggi ai giornalisti che gli hanno chiesto conferme sul fatto che Papa Francesco intenderebbe “dimezzare” la sua abitazione in Vaticano. A chi invece ha domandato se Papa Francesco potrebbe trasferirsi in Laterano il portavoce vaticano ha risposto: “Del Laterano non ne ho proprio sentito parlare”. La sistemazione logistica del Papa riguarda poi anche l’aspetto dei collaboratori della “famiglia pontificia”: se da un lato è stato confermato come aiutante di camera, “Sandrone” Mariotti, dall’altro nulla si sa di chi si occuperà della quotidianità della casa del Papa, ruolo svolto dalle suore polacche per Giovanni Paolo II e dalle “memores” per Benedetto XVI. Un trasferimento da Santa Marta presupporrebbe aver identificato queste persone: ma il Papa in Argentina non aveva nessuno che lo “accudiva”, era abituato in modo molto spartano, tanto da seguire la “regola” dei Gesuiti di rifarsi anche il letto da solo. A Santa Marta, dove appena eletto ha anche rifiutato di trasferirsi nella cosiddetta “suite papale”, continua a celebrare messa la mattina, a consumare i suoi pasti, ad incontrare in modo informale le persone. Ad utilizzare, quindi, tutte le opportunità offerte da un albergo. Ma il “trasloco” si rende necessario anche per un problema di sicurezza: Santa Marta, infatti, da un lato si affaccia nella Città del Vaticano, proprio davanti alla sagrestia di San Pietro. Ma dall’altro, separata solo da un tratto di Mura, è completamente in territorio italiano, su un parcheggio in questi giorni deserto e presidiato dalle forze dell’ordine italiane. Ma praticamente in piena città. E una posizione più interna sarebbe certo più confacente alle necessità di sicurezza di un Pontefice. Già Benedetto XVI, visti i tempi lunghi dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento per tanti anni occupato da Karol Wojtyla, fu per un periodo ospitato nella Torre di San Giovanni, al culmine dei giardini vaticani. L’ultima parola spetterà ora al Papa, che di decisioni ne dovrà prendere numerose.

 

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