La Birmania vota domani per elezioni politiche che possono segnare una prima tappa verso il ritorno della democrazia, dopo che il governo controllato dai militari ha accettato la partecipazione della leader dell’opposizione, Aung San Suu Kyi. Sei milioni di cittadini del Paese asiatico sono chiamati alle urne per eleggere 37 deputati, sei senatori e alcune assemblee regionali da rinnovare.

Il test, nonostante riguardi appena il 7% del numero complessivo di parlamentari, puo’ dare un’indicazione dei consensi di cui gode la Lega nazionale per la democrazia di Suu Kyi (che schiera 47 candidati) rispetto al Partito dello sviluppo e della solidarieta’ dell’Unione, vicino agli ex generali della giunta militare. La stessa pasionaria dell’opposizione, candidata a un seggio dopo essere tornata libera nel novembre 2010 dopo 15 anni trascorsi tra carcere e arresti domiciliari, ha avvertito che il voto non sara’ “genuinamente libero ed equo”, tuttavia ha invitato a votare per avviare il cambiamento.

 

Il nuovo presidente, l’ex generale Thein Sein alla guida di un governo formalmente civile, negli ultimi mesi ha fatto aperture impensabili: la liberazione dei prigionieri politici, l’allentamento della censura per i media, la legalizzazione della Lega Nazionale per la Democrazia, accordi importanti con i gruppi armati delle minoranze etniche. Le elezioni segnano uno spartiacque rispetto a piu’ di un ventennio di repressione nel Paese che il regime ha ribattezzato Myanmar, dalla rivolta studentesca del 1988 alla “rivoluzione zafferano” dei monaci del 2007. Ma la vera sfida iniziera’ dopo: il presidente potrebbe offrire ai democratici incarichi di governo, ma resta sempre il pericolo di una restaurazione come quella del 1990, quando le elezioni vinte da Suu Kyi furono annullate e fu imposta la legge marziale. E’ probabile che con le sue aperture il regime abbia voluto sottrarsi all’abbraccio soffocante della Cina, il suo maggiore alleato regionale, puntando a ottenere dall’Occidente la revoca delle sanzioni economiche ancora in vigore.

La leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, si e’ diretta verso il suo collegio rurale di Kawhmu, dove domani concorra’ per un seggio alle elezioni supplettive. Suu Kyi e’ partita da Yangon in un convoglio di auto, lungo il percorso verso sud di 30 chilometri. La premio Nobel ha preso residenza presso una famiglia del villaggio di Wathinkha per potersi candidare e da qui seguira’ domani l’andamento delle elezioni. E’ la prima volta che Suu Kyi partecipa ad elezioni in Myanmar. Nel 1990, quando i militari impedirono al suo partito Nld di salire al potere malgrado avesse vinto le elezioni, e nel novembre 2010, quando ha vinto un partito civile controllato dai militari, la premio Nobel si trovava agli arresti domicilari ed e’ stata esclusa dal voto. Le elezioni di domani riguardano solo 45 seggi, ma rappresentano un importante passo nel processo di democratizzazione del paese avviato in agosto. Una volta in parlamento, Suu Kyi sara’ formalmente leader dell’opposizione.

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