Non si placa la violenza in Egitto all’indomani del secondo anniversario della rivoluzione che ha deposto Hosni Mubarak e nel quale sono morte dieci persone. Nuove violenze, che hanno provocato finora ventisette vittime, sono esplose oggi a Port Said subito dopo la lettura della sentenza nel processo per il massacro allo stadio della città lo scorso febbraio, quando 73 supporter di una delle più amate squadre del Cairo, el Ahly, sono stati attaccati dai tifosi della squadra locale del Masri.
Tra le vittime degli scontri di oggi anche due calciatori: Tamer el Fahla, ex portiere del Masri, la squadra locale di Port Said coinvolta nel massacro contro i supporter del Ahly, e Mohamed el Dezwi, del Marikh. La corte ha chiesto la condanna a morte per 21 dei 73 imputati. Per legge, le condanne a morte dovranno essere confermate dal gran mufti d’Egitto, mentre la sentenza per tutti gli altri imputati, inclusi nove poliziotti e tre manager della squadra avversaria, sarà pronunciata il 9 marzo. Attivisti ed osservatori sostengono che l’attacco contro el Ahly è stato premeditato perché i suoi ultras sono stati molto attivi durante la rivoluzione e accusano la sicurezza e il Consiglio militare, che all’epoca ancora governava il paese. La prima reazione dei famigliari delle vittime e delle migliaia di ultras assiepati all’esterno dell’aula bunker dell’accademia di polizia al Cairo è stata di esultanza. “Allah akhbar”,”Viva la giustizia” hanno gridato molti, issando le foto dei loro cari uccisi. Negli stessi istanti Port Said è stata investita da un’ondata di violenze. Famigliari e sostenitori del Masr hanno assaltato la prigione dove sono detenuti gli imputati. Nelle sparatorie e lancio di lacrimogeni ventisette persone, secondo l’ultimo bilancio dell’agenzia Mena, sono morte. Il ministero dell’ Interno ha dato notizia dell’uccisione di due agenti di polizia. Nella città regna il caos. L’esercito si è schierato nelle strade per contenere la collera popolare. Sono in corso scontri nei pressi del ministero dell’interno egiziano, dove si sono recati circa cinquecento supporter dell’Ahly per chiedere che vengano giudicati anche i poliziotti imputati nel processo del massacro a Port Said. La polizia ha risposto col lancio di lacrimogeni.