Sono decine le vittime dei violenti scontri scoppiati in nottata fra manifestanti sostenitori del deposto presidente egiziano Mohamed Morsi e le forze di polizia al Cairo. Sul totale esatto dei morti e’ in corso una guerra di cifre, vista la difficoltà di trovare fonti indipendenti ed affidabili dalle quali avere conferme, ma di certo e’ stata una notte di sangue. Fonti della Fratellanza e successivamente l’agenzia di stampa di stato Mena hanno parlato di 75 morti e centinaia, forse migliaia di feriti.

Mentre il bilancio aggiornato del ministero della Sanita’ egiziano parla 66 le vittime degli scontri fra manifestanti pro Morsi e forze della sicurezza nella nottata di ieri al Cairo. Scontri che secondo la procura sono stati originati dai pro Morsi. Sarebbero stati loro a sparare contro le forze dell’ordine che impedivano il blocco di uno dei principali ponti del Cairo in nottata. Secondo il procuratore generale i sostenitori dell’ex presidente egiziano hanno usato armi da fuoco e a pallettoni oltre a bottiglie molotov. “Questi attacchi hanno provocato morti e feriti fra i quali anche agenti e ufficiali”, afferma il procuratore, spiegando di avere ascoltato testimoni e interrogato i fermati, 61 in tutto. Il vicepresidente egiziano Mohamed el Baradei ha condannato ”nei termini piu’ duri l’uso eccessivo della forza e le vittime” degli scontri al Cairo e ad Alessandria, sostenendo su Twitter che la presidenza “lavora per uan soluzione pacifica”.

Filmati amatoriali girati nella notte dai balconi mostrano le forze dell’ordine intervenire con cellulari e lacrimogeni mentre tutto intorno si sentono colpi di arma da fuoco. Il ministero dell’interno ha da parte sua negato che la polizia abbia usato proiettili veri contro i manifestanti, rigettando sui sostenitori della Confraternita e di Morsi l’accusa di avere aperto il fuoco sui civili e le forze dell’ordine. Un’atmosfera percorsa di tensione prevale intanto in queste ore sulla piazza, dopo gli ultimi tafferugli della mattinata fra forze dell’ordine e dimostranti pro Morsi, che invocano la scarcerazione e il ritorno al potere del presidente deposto dai militari sull’onda delle proteste della piazza anti islamica. Migliaia di persone restano concentrate dinanzi alla moschea e dal palco alcuni oratori incitano apertamente dal palco i miliziani islamici a intervenire e a prendere la guida della ”resistenza”.

 

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