Sette poliziotti filippini di una forza speciale sono stati uccisi, e altri sette sono rimasti feriti, questa mattina in un agguato a opera del ”Nuovo esercito del popolo” (Npa), un attacco che complica ulteriormente i negoziati tra il governo di Manila e il gruppo ribelle comunista in una guerriglia che dal 1969 ha causato oltre 30 mila morti.

Lo ha annunciato la polizia locale. Cesar Orlanes, portavoce delle forze dell’ordine nella provincia di Cagayan (400 km a nord della capitale), ha spiegato che il convoglio della forza d’elite e’ saltato su una mina vicino alla localita’ di Allacapan. Una trentina di uomini armati dell’Npa ha poi aperto il fuoco contro gli occupanti del veicolo. L’episodio conferma il punto morto a cui sono giunte le trattative di pace tra le due parti, dopo la mancata ripresa dei colloqui lo scorso autunno in Norvegia. I negoziati si sono arenati dopo il rifiuto di Manila di scarcerare 18 militanti, condizione ritenuta imprescindibile dall’Npa. Secondo il governo, il gruppo ribelle maoista non conta ormai piu’ di 4 mila militanti, contro i 26 mila che aveva raggiunto negli anni Ottanta, al culmine della sua forza. Nonostante l’assottigliarsi delle sue fila, nell’ultimo anno l’Npa ha comunque messo a segno recentemente diversi attacchi contro le forze di sicurezza.

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