Il governo giapponese ha deciso di erogare 6 milioni di dollari a Usa e Canada come contribuito per lo smaltimento dei detriti che continuano ad arrivare sulle coste del Nord America dopo il sisma/tsunami dell’11 marzo 2011. Il premier Yoshihiko Noda, secondo i media locali, annuncera’ a breve il piano, con ogni probabilita’ gia’ nel corso dell’ incontro che avra’ con il segretario di Stato americano Hillary Clinton, a margine del Forum Apec che si terra’ nel fine settimana a Vladivostok, in Russia.

Anche se manca un obbligo in base al diritto internazionale, il Giappone considera l’iniziativa come un gesto per ricambiare sostegno e solidarieta’ ricevuti dopo la castrofe. Secondo le consuetudini internazionali, lo Stato che riceve ”i detriti e altro materiale” e’ tenuto a smaltire in proprio. Una stima del ministero dell’Ambiente nipponico quantifica in circa 5 milioni di tonnellate i detriti strappati via dallo tsunami, che in alcuni punti ha superato i 40 metri di altezza, dalle tre prefetture piu’ colpite (Iwate, Miyagi e Fukushima) e trasportate nel Pacifico. Sul totale, si ritiene che il 70% sia affondato nelle acque al largo del Giappone e che 1,5 milioni di tonnellate si siano spostata verso l’oceano. Le correnti del Pacifico potrebbero spingere sulle coste del Nord America consistenti quantitativi di detriti, tra case distrutte, parti intere di moli e barche da pesca, a partire da ottobre, secondo le previsioni del ministero dell’Ambiente. Almeno 40.000 tonnellate dovrebbero finire pericolosamente nella fascia all’interno dei 10 km entro febbraio 2013, con prevedibili rischi per la navigazione.

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