In Grecia, la sinistra radicale di Syriza prova, a partire da oggi, a dar vita a un governo anti-austerity che possa evitare il ricorso alle urne. All’indomani del tentativo naufragato da parte dei conservatori, il leader della sinistra estrema, Alexis Tsipras, sara ricevuto dal presidente greco, Carolos Papoulias, alle 13, e questi gli dara’ tre giorni di tempo per formare un governo che possa affrontare la gravissima crisi finanziaria del Paese e rispondere agli allerta di Germania ed Ue perche’ si attenga al piano di risanamento. “Valuteremo tutte le possibilita’ di raggiungere un’intesa, principalmente con le forze di sinistra”, ha gia’ detto Tsipras.
Il fallimento del tentativo di Nuova Democrazia, lunedi’, ha messo in luce la precaria situazione della Grecia, un paese che ha bisogno degli aiuti per rimanere a galla, ma dove le dolorose misure di austerity hanno scatenato una rabbia diffusa tra gli elettori. Tsipras, che ha definito i risultati elettorali come “un messaggio di cambiamento”, ha annunciato che cerchera’ di formare una coalizione di sinistra che respinga le misure “barbariche” previste dal prestito Ue-Fmi. Il nuovo governo deve essere pronto per il 17 maggio, altrimenti c’e’ il rischio di nuove elezioni. Il Paese, ormai al suo quinto anno di recessione, con una disoccupazione al 20 per cento, si e’ impegnato a trovare entro il mese di giugno un’altra tranche di tagli per 11,5 miliardi di euro nei prossimi due anni. Nuova Democrazia e Pasok, che si alternano al potere dal 1974, hanno visto crollare i loro voti, al 32% dal 77,4 delle ultime elezioni: il tracollo ha lasciato i due partiti, che sostengono il piano di salvataggio seppure con termini piu’ blandi, con 149 deputati sui 300 in Parlamento, un bottino insufficiente per una ripetizione della coalizione uscente guidata dal tecnocrate, Lucas Papademos. Gli elettori, furenti per due anni di tagli, hanno invece rafforzato il fronte euroscettico: oltre ai 52 di Syriza, i 33 seggi consegnati alla destra estrema e filo-nazista di Alba Dorata, i 33 alla sinistra dei Greci Indipendenti e i 26 dei comunisti del Kke. Syriza dovra’ tentare di trovare una coalizione, ma c’e’ il rischio concreto che l’Europa debba fermare il flusso di aiuti e costringere la Grecia a lasciare l’euro.