Dovranno riunirsi di nuovo i cardinali della Commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior, presieduta dal segretario di Stato Tarcisio Bertone, che venerdi’ scorso avrebbero dovuto ratificare la ”sfiducia” all’ex presidente dell’Istituto Ettore Gotti Tedeschi votata all’unanimita’ il giorno prima dal ‘board’.
La riunione dell’organo decisionale, di cui fanno parte anche i cardinali Toppo, Scherer, Tauran e Nicora, si e’ infatti conclusa senza arrivare a una determinazione condivisa, come ha lasciato pensare la mancata diffusione di un comunicato che pure era stato annunciato. Il braccio di ferro sul “licenziamento” dell’ex banchiere del Papa, quindi, non si e’ ancora concluso, tutt’altro, e la situazione appare in stallo. ”Non mi risulta in calendario attualmente una ulteriore riunione” della commissione cardinalizia per lo Ior, ha detto oggi il portavoce vaticano padre Federico Lombardi rispondendo ai giornalisti. ”Venerdi’ scorso – ha ricordato – la commissione si e’ riunita per prendere atto” della decisione del board di sollevare dalla presidenza della banca vaticana Ettore Gotti Tedeschi, ”per fare un bilancio e decidere come procedere”. Quindi ci sara’ certamente una ulteriore riunione, ma finora non e’ calendarizzata. Gotti Tedeschi, che di sicuro ha vissuto con molta amarezza le modalita’ insolitamente brutali del siluramento, potrebbe anche redigere un ”memorandum” in sua difesa prima della nuova riunione della Commissione cardinalizia. E, a quanto si e’ appreso, starebbe cercando sponda al piano piu’ alto del Palazzo apostolico, direttamente dal Papa, con cui da tempo vanta un rapporto di grande stima e fiducia. E resta il fatto che, dal punto di vista procedurale, la sua uscita di scena non e’ stata ancora formalizzata, anche se le funzioni di presidenza dello Ior sono assunte ”ad interim” al vice presidente Ronaldo Hermann Schmitz, ex ad della Deutsche Bank. Fa ancora scalpore la durezza della lettera di sfiducia del ‘board’, redatta in nove punti da Carl Anderson, che ha contestato a Gotti Tedeschi, tra le altre cose, di ”non aver svolto le funzioni base che spettano al presidente”, di ”aver mostrato poca prudenza in dichiarazioni sull’Istituto” e, peggio ancora nel momento in cui in Vaticano si procede ad arresti per le fughe di carte riservate, di ”non aver potuto fornire giustificazione formale per la diffusione di documenti in possesso del presidente”. Accuse molto gravi, che nella riunione di giovedi’ scorso hanno fatto salire la tensione alle stelle. Sullo sfondo restano comunque i dissidi che si sono vissuti in Vaticano sul varo delle nuove norme di trasparenza e anti-riciclaggio, su operazioni di adeguamento che hanno riguardato lo Ior, i cui vertici sono finiti peraltro anche sotto inchiesta da parte della magistratura, e anche a una probabile perdita di fiducia verso Gotti Tedeschi da parte del card. Bertone, in cui non e’ stato estraneo l’esito dell’operazione San Raffaele. In Segreteria di Stato c’e’ chi invita a guardare ai contenuti della lettera di sfiducia come alla ”verita’ dei fatti”, mostrando pieno appoggio verso il lavoro di Anderson, asserendo anche che il ritardo nell’approvazione e’ dovuto solo a ”tempi tecnici”. Tra i cardinali della Commissione, pero’, qualche mal di pancia c’e’ stato. E se ieri Gotti Tedeschi ha detto di aver pregato a Pentecoste ”che lo Spirito Santo possa illuminare anche Carl Anderson, che e’ una persona che ho sempre stimato”, lo stesso Anderson, cattolicissimo presidente degli americani Cavalieri di Colombo, sostiene con i suoi conoscenti che lo Spirito Santo lo ha ”illuminato” giovedi’ quando il board ”ha approvato la mozione”. Ed e’ sempre Anderson, richiesto di un commento, a ribadire ora che e’ quel memorandum a ”rendere chiara” la sua posizione sulla questione. E che non c’e’ altro da dire.