E’ stata un’auto-bomba a provocare la violenta esplosione risuonata in pieno giorno nella parte orientale di Kabul, in un’area dove si trovano diverse strutture che ospitano forze militari straniere tra cui Camp Phoenix, una base dell’Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza sotto comando Nato. L’attentato è stato rivendicato dai talebani.

Non era tuttavia quest’ultima l’obiettivo dell’attentato, bensi’ un complesso dove ha sede la societa’ edile americana ‘Contrack’, appaltatrice di opere di costruzione per conto dell’Esercito e della Polizia Nazionale afghani: lo hanno riferito fonti delle forze di sicurezza locali, secondo cui la carica esplosiva, molto potente, era stata piazzata su un furgone parcheggiato davanti all’edificio. L’onda d’urto ha ucciso almeno un passante e ha causato il ferimento di altre quindici persone, per lo piu’ dipendenti della compagnia, compresi alcuni di nazionalita’ statunitense e sudafricana. Il soffitto dell’ufficio e’ crollato, travolgendo gli impiegati che stavano lavorandovi, i quali sono comunque sopravvissuti malgrado le lesioni riportate. Non e’ ancora chiaro se il veicolo sia stato fatto saltare in aria a distanza, oppure se a bordo vi fosse un kamikaze. Nella stessa zona lo scorso maggio i Talebani avevano preso di mira una foresteria fortificata, il ‘Green Village’, utilizzata dal personale dell’Onu, dell’Unione Europea e di diversi enti umanitari: i morti furono sette.

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