E’ stato liberato l’equipaggio della nave italiana Enrico Ievoli, sequestrata dai pirati il 27 dicembre con a bordo anche sei marinai italiani. La liberazione e’ avvenuta con la partecipazione di un’unita’ della Marina Militare, la fregata Scirocco, e di unita’ elicotteristiche: lo ha riferito da Giacarta il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, aggiungendo dettagli sulla liberazione dei sei marinai italiani, dal 27 dicembre ostaggio dei pirati. “Adesso i sei italiani possono tornare a casa”, ha aggiunto il ministro, visibilmente soddisfatto. “Non ho notizie particolari su come siano andate le cose sul terreno – ha continuato – e spero di averle presto: per ora e’ la liberazione che conta e che ci riempie di soddisfazione”.
Terzi ha ringraziato infine “tutte le autorita’ italiane che si sono occupate della vicenda”, in particolar modo l’unita’ di Crisi “che ha mantenuto il coordinamento e il costante contatto con le famiglie”. Comandante ed equipaggio stanno bene. A confermarlo, Gennario Ievoli, che con il padre Domenico, armatore della Marnavi proprietaria della nave ora sotto scorta di una fregata della Marina militare italiana, ha sentito Agostino Musumeci, comandante del cargo. “Stiamo molto bene, e’ tutto sotto controllo”, ha detto Musumeci. La “Enrico Ievoli” e’ diretta a un porto rifugio, per poi proseguire verso l’Italia. Gennaro Ievoli, che e’ anche vicepresidente della compagnia che vanta una flotta di 36 navi, sottolinea che “non si parla di riscatto” per la liberazione dell’equipaggio e del cargo: “ci sono stati mesi di trattative a livello politico condotte dallo Stato italiano, attraverso la Farnesina, e noi”, ha sottolineato. La nave “era da considerarsi libera alle 5 di questa mattina” e il contatto “telefonico” con il comandante e’ avvenuto poco prima, per continuare nel corso della giornata. “E’ una felicita’ immensa, l’armatore ha mantenuto la promessa” dice Rita Ginfriddo, moglie del comandante della nave Enrico Ievoli. La donna racconta: “Alle cinque e mezza mi hanno buttato fuori dal letto e mi hanno dato la notizia la Marnavi e la Farnesina. Ho parlato con mio marito e stanno tutti bene e mi ha detto che presto saremo a casa. Dopo tutti questi giorni siamo usciti da un tunnel. Dire che questi 118 giorni sono stati difficili e’ poco, sinceramente avrei preferito che mio marito fosse stato arrestato, almeno avrei potuto vederlo e avrei avuto notizie. Questo e’ il modo peggiore perche’ a casa mia era come se ci fosse un morto. Io ho pensato al peggio perche’ non sapevamo niente. Io non ho mai pensato che a mio marito potesse capitare una cosa del genere, pero’ lui mi aveva sempre detto di bloccare le carte di credito nel caso succedesse qualcosa di simile”. La vicenda della Enrico Ievoli, ha sottolineato Terzi, e’ stata in questi mesi al centro di un’ampia azione diplomatica svolta anche nei confronti delle Autorita’ somale, alle quali e’ stato da parte italiana richiesto il massimo impegno affinche’ i nostri connazionali potessero tornare sani e salvi a casa. Questo caso, ha aggiunto Terzi, conferma ulteriormente la gravita’ della minaccia alla sicurezza rappresentata dal fenomeno della pirateria su cui l’Italia e’ impegnata per favorire la massima attenzione ed un sempre maggiore coordinamento nell’azione di contrasto da parte della comunita’ internazionale, sia sul piano bilaterale che attraverso i principali fori multilaterali, come avvenuto piu’ di recente anche in ambito G8 e nel Consiglio Nato-Russia dove proprio l’Italia ha posto con enfasi la questione nell’agenda delle consultazioni tra gli alleati.