Le famiglie dei due pescatori indiani uccisi nell’incidente che ha coinvolto i due maro’ e la petroliera Enrica Lexie hanno rinunciato alle loro pretese in diverse azioni legali grazie a un accordo firmato oggi con il governo italiano davanti a un tribunale del Kerala e con una commovente lettera in cui ”perdonano i loro fratelli italiani”. Una notizia che arriva nel giorno in cui il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, ricordando i militari italiani impegnati nel mondo, si e’ augurato una rapida soluzione del caso. “Auspico – ha detto – che i nostri due marò ritornino presto da liberi in Italia”.
La conciliazione e’ giunta dopo settimane di discreti contatti tra la delegazione diplomatica italiana e i parenti delle due vittime, la moglie di Jelestine Valentine di 45 anni e le due sorelle minorenni di Ajash Binki e dopo l’offerta di 10 milioni di rupie (circa 150 mila euro) per ciascuna famiglia come ”donazione ex gratia”. L’intesa extragiudiziale, raggiunta la scorsa settimana e formalizzata solo oggi in una seduta speciale della Camera di conciliazione (Lok Adalath) a Kochi, rappresenta un ulteriore passo in avanti verso una soluzione positiva della vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone detenuti nel carcere di Trivandrum. In particolare, la rinuncia delle famiglie potra’ probabilmente facilitare la partenza della Enrica Lexie bloccata da un ricorso della moglie di Valentine. La Corte Suprema di New Delhi potrebbe gia’ dare il suo okay il prossimo lunedi’ quando e’ stata fissata l’udienza. Ma a smorzare l’ottimismo e’ arrivata oggi una secca dichiarazione di New Delhi che ribadisce la legalita’ dell’arresto dei maro’. ”La giurisdizione e’ la nostra” ha detto un portavoce ministeriale rifiutandosi di commentare la conciliazione. ”Il caso che ha comportato la reclusione dei due militari continuera’ e fino a quando la Corte Suprema non decidera’ diversamente” ha aggiunto. La Corte dovra’ esprimersi l’8 maggio sulla giurisdizione. In base a quanto appreso dall’ANSA, Doramma (moglie di Valentine che abita a Kollam) e una sorella di Binki (che risiede in Tamil Nadu) hanno presentato una dichiarazione dattiloscritta all’Alta Corte de Kerala in cui dicono che non vogliono piu’ perseguire i militari e che ”invocano la misericordia per la loro vicenda umana”. Inoltre esprimono il desiderio ”che al piu’ presto i due maro’ possano riunirsi con le loro famiglie”. A questo si aggiunge una commovente lettera di mezza pagina, indirizzata al console di Mumbai Giampaolo Cutillo, in cui scrivono che ”si e’ trattato di un evento indesiderato, inatteso e sfortunato” e che ”siamo pronti a perdonare nel nome di Gesu’ Cristo”. Commentando la nota, padre Rajesh Martin, che assiste la vedova Doramma, ha sottolineato ”che siamo cattolici ed e’ nostro dovere perdonare nel nome della nostra fede”. Il religioso ha poi precisato che il risarcimento e’ stato diviso in tre parti uguali tra la donna e i due figli Derrick di 17 anni e Jeen di 10. ”Proprio oggi Derrick ha fatto un test di ammissione all’universita’, vuole fare l’ingegnere meccanico” ha aggiunto. In una precedente causa per indennizzo (che ora decade) le famiglie avevano chiesto la somma totale di 30 milioni di rupie (circa 450 mila euro) all’armatore della Enrica Lexie.