Hanno lasciato Roma e sono in volo per l’India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani accusati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori. “Torniamo in India per rispetto a parola data, siamo fiduciosi nella giustizia”, hanno detto i due al momento dell’imbarco.

Stamane, a poche ore dal termine del permesso speciale concesso loro dietro cauzione dai giudici dello Stato indiano meridionale del Kerala, i due militari si sono recati in in Procura, a Roma, dove è aperto un fascicolo per omicidio volontario, per essere sentiti dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Elisabetta Ceniccola. Un faccia a faccia con i magistrati durato 5 ore. A quanto si è appreso, i marò, che erano assistiti dagli avvocati Carlo Sica e Giacomo Aiello dell’Avvocatura dello Stato, si sono recati volontariamente dai pm per rendere dichiarazioni spontanee sui fatti accaduti il 15 febbraio 2012, quando due pescatori indiani vennero uccisi a largo di Kochi, in Kerala, e i militari, che si trovavano a bordo della petroliera italiana “Enrica Lexie”, furono arrestati dalle autorità indiane con l’accusa di aver aperto il fuoco contro il peschereccio. Latorre e Girone, che nell’arco di questi lunghi 10 mesi hanno sempre sostenuto di aver agito convinti di avere a che fare con pirati, sono arrivati a piazzale Clodio a bordo di un blindato. Da parte loro nessuna dichiarazione pubblica né prima di entrare negli uffici giudiziari né dopo, quando hanno utilizzato un’uscita secondaria per evitare i cronisti. Del resto, anche durante queste due settimane di permanenza in Italia, a parte l’auspicio e la fiducia in una conclusione positiva della vicenda, i due marò e i loro familiari si sono sempre attenuti a una linea di riserbo. Una linea confermata anche oggi, in vista del ritorno in India. Terminato l’interrogatorio, lo spostamento a Ciampino, dove li attendeva l’aereo speciale dell’Aeronautica Militare per riportarli a Kochi: decollato alle 17, l’arrivo nel capoluogo del Kerala è previsto dopo 11 ore di volo. Dopo di che Latorre e Girone partiranno poi alla volta di Kollam, a circa tre ore di auto per restituire il passaporto alle autorità giudiziarie. In India, ad attenderli, ci sono vari giudici: quelli che da dieci mesi li accusano del duplice omicidio di due pescatori nel corso di un servizio antipirateria, ma anche quelli che dovranno decidere a chi spetta la giurisdizione sul caso, visto che i due fucilieri del San Marco svolgevano un’attività prevista da accordi internazionali. L’Italia ha chiesto che i militari siano giudicati da propri giudici, una tesi che se venisse accolta consentirebbe a Girone e Latorre di rientrare definitivamente a casa.

 

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