Il tribunale ‘ad hoc’ che sarà costituito a New Delhi per esaminare il caso dei marò a livello del magistrato metropolitano capo non ha nei suoi poteri la possibilità di condannare a morte un imputato.
E’ quanto emerge dalla Sezione 29 del Codice di procedura penale indiano, confermato all’Ansa da fonti legali. In particolare il primo comma della sezione specifica che “il tribunale di un magistrato capo giudiziario (a cui equivale quella di un magistrato capo metropolitano, ndr.) può dettare qualsiasi sentenza autorizzata dalla legge, eccetto quelle che prevedano la pena di morte o l’ergastolo, fino ad un massimo di sette anni di carcere”. Fonti legali ascoltate dall’Ansa hanno indicato che “questo conferma l’orientamento comunicato all’Italia dal ministro degli Esteri Salman Khurshid”.