Basta con eurobond ed espedienti simili, torniamo a parlare dei controlli e delle riforme. A pochi giorni dal decisivo vertice europeo, Angela Merkel abbatte le aspettative generali, gela i mercati e frena il suo ministro dell’Economia Schauble che paventa l’ipotesi di un referendum per cedere più poteri a Bruxelles. Ma i ‘nein’ della Merkel aggravano il peso di una situazione dell’Eurozona sempre più seria: Madrid ha fatto richiesta ufficiale di aiuti e anche Cipro ha lanciato l’sos al fondo salva-Stati europeo.
E mentre gli spread salgono, Piazza Affari è maglia nera d’Europa (-4,02%) e Wall Street paga l’incertezza del Vecchio Continente, Obama chiama Monti per informarsi sull’andamento della preparazione del vertice, “seguendo con attenzione l’impegno del Governo italiano per facilitare il consenso in Europa sulle politiche per la crescita”. Tecnica di gestione della crisi, modello Merkel: tre giorni dopo il quadrilaterale di Roma, tre giorni prima del Consiglio europeo di Bruxelles, Merkel si lamenta apertamente dell’insistenza con cui diversi governi europei chiedono meccanismi di condivisione del debito. L’effetto è immediato su borse e spread (fra bund e btp schizza a 450 punti). In uno scenario molto mosso, con una improvvisa visita di Mario Draghi all’Eliseo (90 minuti di colloquio con il massimo riserbo sui contenuti), il declassamento di Cipro da parte di Moody’s e la richiesta dell’isola degli aiuti al fondo di salvataggio europeo, proprio nel giorno in cui arriva quella di Madrid all’Eurogruppo, la Bundeskanzlerin ostenta decisione, usando un registro più personale del solito. “Lo dico apertamente – ha detto alla conferenza sullo Sviluppo sostenibile -, quando penso al Consiglio di giovedì mi preoccupa che si parlerà assolutamente troppo di tutti i possibili modi per condividere il debito, e troppo poco di migliorare i controlli e di misure strutturali”. Non è la prima volta che la Bundeskanzlerin sminuisce le elaborazioni di chi vorrebbe arginare la corsa al rialzo dei tassi dei titoli dei Paesi attaccati dalla speculazione: “Ritengo il discorso su eurobond, eurobill, garanzie di condivisione del debito e molto altro, oltre che non compatibile con la nostra costituzione, sbagliato e controproducente dal punto di vista economico”. Che il destinatario di queste parole sia Monti, col quale la stampa tedesca ormai sottolinea ogni giorno le distanze – oggi SZ intitola ‘la Merkel contro Monti’ – é fin troppo evidente. E’ infatti il presidente del Consiglio ad insistere sulla necessità di uno scivolo antispread. Ma seppure divergenti su alcuni rimedi anticrisi, Merkel e Monti sono ancora in sintonia, tanto che oggi da Berlino è arrivato un nuovo segnale di fiducia al premier: l’esecutivo “é convinto che il governo di Mario Monti possa far superare bene i problemi all’Italia”, ha detto Martin Kotthaus, portavoce del ministro Wolfgang Schaeuble. Ma la strada indicata é sempre la stessa: “Controllo e responsabilità devono essere bilanciate”. Merkel insiste sull’unione politica, dicendo di guardare lontano. Salvo a frenare poi il suo ministro, Schaeuble, che ha ventilato l’ipotesi di un referendum per cambiare la costituzione tedesca e cedere più potere a Bruxelles nei prossimi anni. Anche questo – chiarisce Berlino – non è certo un progetto a breve termine.