Un’ondata di attentati in quattro diverse province irachene ha causato la morte di almeno una trentina di persone. Nella zona di Baghdad – dove sono stati colpiti i quartieri abitati prevalentemente da sciiti – e nell’area circostante sono morte almeno 17 persone;

mentre gli attentati nella provincia settentrionale di Kirkuk hanno causato 9 vittime. Tre altre persone sono rimaste uccise nell’esplosione di due autobomba nella provincia di Salaheddin. Nella provincia di Diyala, a nord della capitale, un kamikaze ha ucciso un ufficiale di polizia nel capoluogo, Bakuba. Sebbene la violenza sia sostanzialmente diminuita in Iraq rispetto al momento di piu’ acuto di scontro settario, tra il 2006 e il 2007, gli attentati in Iraq continuano, in corrispondenza delle profonde tensioni che ancora persistono nella fragile coalizione di governo tra sciiti, sunniti e curdi. In particolare la violenza e’ riesplosa dopo il ritiro dei soldati statunitensi, il 18 dicembre scorso, e dopo l’ordine d’arresto emesso contro il vicepresidente sunnita, Tareq al Hashemi, accusato di terrorismo; l’arresto ha scatenato una profonda crisi politica, che e’ stata accompagnata dai numerosi attentati ai danni di obiettivi sciiti e forze di sicurezza.

 

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