A 11 anni, la bambina palestinese Yad Tamimi e’ divenuta questa settimana una celebrita’ in Israele e nei Territori: prima per essere stata ripresa mentre, a pugni chiusi, insegue e rimprovera militari israeliani giunti per sedare una manifestazione nel suo villaggio cisgiordano di Nebi Salah.
E poi di nuovo ieri quando in un’ulteriore manifestazione e’ stata colpita da un proiettile rivestito di gomma. La bambina – che secondo la stampa sarebbe figlia di un attivista politico locale, Bassem Tamimi – e’ rimasta ferita in modo non grave. A diffondere per primo le immagini della ‘pasionaria’ palestinese era stato giorni fa il portavoce militare israeliano, nel proprio blog. ”Questo filmato – secondo il portavoce militare – mostra genitori palestinesi mentre spingono i loro figli a provocare i soldati di Israele: un aspetto di quelle dimostrazioni di cui in genere non si parla”. Nel filmato la piccola dalle lunghe chiome bionde – che indossa una maglietta col simbolo della pace – viene mostrata mentre si scaglia contro un militare con i pugnetti chiusi. Il soldato la osserva imbarazzato, con un mezzo sorriso. Accompagnata da un’amica, la piccola attivista si dirige allora a muso duro verso altri militari, rimproverandoli in apparenza per l’arresto del fratello Waed. ”Dove lo avete condotto?” vuole sapere. ”Sei un traditore, non hai certo un problema ad uccidere bambini, carogna. Ma io non ho paura, non temo nemmeno i figli dei coloni…”. Di fronte alla sua prorompente eloquenza i militari si limitano a scambiarsi sguardi impacciati, mentre la scena viene ripresa da numerose telecamere. ”Non ridere… lo so che parli arabo” incalza la ‘pasionaria’. ”Sei un cane, un corrotto”. Secondo il quotidiano israeliano di destra Makor Rishon non e’ stato un episodio isolato. Il giornale precisa che la piccola si chiama Yad Tamimi e che ripete le proteste private quasi tutte le settimane. Ieri, in una ulteriore manifestazione a Nebi Salah, e’ stata coinvolta in incidenti in cui e’ stata colpita da un proiettile rivestito di gomma. Questa settimana Amnesty International ha peraltro lanciato un appello per la liberazione immediata del padre di Yad, Bassem Tamimi, che la organizzazione definisce ”un prigioniero di coscienza”. Animatore delle manifestazioni ricorrenti di Nebi Salah (per le quali ha scontato vari periodi di detenzione nel 2011) Bassem Tamimi e’ stato arrestato di nuovo lo scorso ottobre quando, assieme ad altri attivisti, ha fatto irruzione in Cisgiordania in un supermercato gestito da un israeliano che serve indistintamente i coloni ebrei e i palestinesi della zona.