“Il regime sta facendo di tutto per spingerci alla ribellione. Forse non subito, ma prima o poi la pazienza della gente finira”. E’ un passaggio delle risposte all’intervista di Repubblica che la Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova, o Nadia Tolokko, invia dal carcere di Mosca. “
“Non ci aspettavamo una reazione così spropositata dallo Stato – spiega -. E’ stata questa a scatenare tutto il resto. A noi non è rimasto altro che farci idealmente una bella scorta di pop corn e assistere a questo film surreale: ‘Come il sistema russo si seppellisce da solo sotto gli occhi di tutto il mondo'”. “Abbiamo fatto quello che dovevamo fare – aggiunge -. Non si può più stare zitti mentre si tolgono tutti i diritti all’intero Paese”. “Ci siamo scusate tante volte, anche prima del processo. Proprio perché non avevamo intenzione di offendere chicchessia – dice riferendosi al canto anti-Putin intonato nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca -. Siamo state male interpretate. E a creare gli equivoci ci hanno pensato tutti i mass media putiniani”. Per Nadia le pressioni internazionali non porteranno a una riduzione della pena: “ormai – precisa – il sistema ha deciso di screditare e distruggere le attività civili di tutti i russi. Non ascolta le idee degli altri”. Putin, prosegue, “é l’incarnazione del sopruso e della prepotenza. Non è solo un uomo ma un terminale che ci mostra tutto il marcio del potere statale”.