“Una storia che ci ricorda quella dell’Iraq”. Parlando in conferenza stampa a Mosca, il vice premier siriano Qadri Jamil ha risposto a una domanda sull’ipotesi di armi chimiche in Siria, avanzata da Barack Obama: “L’occidente cerca una scusa per un intervento armato in Siria.

Se questa scusa non funziona, ne troveranno altre. Ma noi diciamo che questo non è possibile”. Jamil ha anche precisato che qualunque intervento straniero sarebbe al momento inopportuno oltre che impossibile e che rischierebbe di portare il conflitto ben al di là dei confini siriani. Ma ha comunque aggiunto che il suo governo sarebbe “disponibile a discutere” le dimissioni di Bashar al Assad, ma solo nel corso di un processo di dialogo nazionale, non come condizione pregiudiziale per far partire il tavolo. Il Consiglio nazionale siriano (CNS), la principale coalizione d’opposizione al regime di Assad, starebbe tuttavia, come già annunciato altre volte, “studiando la formazione di un esecutivo di transizione”. I combattimenti. Intanto, nel Paese continuano i bombardamenti e solo ieri, secondo i comitati di coordinamento locali, i morti sarebbero 183.

I sobborghi di Damasco pagano il tributo più alto, con 95 vittime, mentre ad Aleppo se ne conterebbero altre 42. La stessa fonte ha riferito che nel primo pomeriggio i militari sono penetrati in un quartiere periferico della capitale con i blindati e hanno dato fuoco ai negozi e alle case, uccidendo sommariamente i civili in fuga. E sempre secondo i comitati, vicino a Damasco è stata fatta l’ennesima macabra scoperta di questa guerra: i corpi di una quarantina di persone, giustiziate con colpi di arma da fuoco alla testa, sono stati trovati nei sotterranei della moschea Omar di Muaddamiya, un sobborgo a sud-ovest della capitale.

Una notizia che non ha trovato conferma da altre fonti. Due i giornalisti rimasti uccisi nelle ultime ore. La reporter giapponese Mika Yamamoto è morta ad Aleppo. Era stata già inviata di guerra di Afghanistan e in Iraq e aveva vinto il premio Vaughn-Ueeda, il Pulitzer giapponese. Secondo la tv Al Jazeera, sempre ad Aleppo è stato ucciso il cameraman turco Cuneyt Unal, ma su questo non ci sono ancora conferme.

 

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