Un appello al dialogo nazionale, a metter fine allo spargimento di sangue e una proposta di Teheran come mediatore di pace. Questo l’obiettivo della conferenza sulla Siria ospitata dall’Iran con la partecipazione di 29 Paesi. Il vertice e’ stato aperto dal ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi, che ha invitato al ”dialogo nazionale tra l’opposizione (siriana, ndr) che ha il sostegno popolare e il governo siriano che garantisce calma e sicurezza”. Nel messaggio trasmesso dalla televisione di Stato iraniana, Salehi ha aggiunto che Teheran e’ pronta a ospitare questo dialogo di riconciliazione.
Salehi ha poi spiegato che l’Iran e’ contrario a “qualsiasi interferenza straniera e a un intervento militare che metta fine alla crisi siriana” e sostiene gli sforzi compiuti dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Il capo della diplomazia iraniana ha quindi ricordato che l’Iran ha inviato aiuti umanitari in Siria per alleviare le sanzioni internazionali su Damasco che, ha sostenuto, ”non fanno gli interessi del popolo siriano e aggiungono loro sofferenza”. Assenti dal vertice di Teheran sono i Paesi occidentali e le nazioni del Golfo che hanno accusato l’Iran di fornire sostegno militare al regime di Bashar al-Assad durante i 17 mesi di rivolta. Tra i presenti all’incontro, invece, i ministri degli Esteri di Iraq, Pakistan e Zimbabwe. Altre nazioni sono state rappresentate da diplomatici di rango inferiore, la maggior parte da ambasciatori. A completare la rosa dei Paesi partecipanti erano Afghanistan, Algeria, Armenia, Benin, Bielorussia, Cina, Cuba, Ecuador, Georgia, India, Indonesia, Giordania, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Maldive, Mauritania, Nicaragua, Oman, Russia, Sri Lanka, Sudan, Tajikistan, Tunisia, Turkmenistan e Venezuela. Presente anche un rappresentante dell’Onu.