Il governo svizzero ha annunciato oggi un ulteriore inasprimento delle sanzioni commerciali e finanziarie nei confronti della Siria per rafforzare ”la pressione sul regime del presidente Assad affinche’ cessino l’escalation della violenza e la violazione dei diritti umani”.
Le nuove misure, fortemente improntate a quelle finora emanate contro Damasco dall’Unione europea, comprendono ulteriori restrizioni al commercio e sara’ quindi vietata l’esportazione di importanti attrezzature per l’industria petrolifera e del gas, per la costruzione di nuove centrali di produzione di energia elettrica e per il controllo di Internet e del traffico telefonico. Vietate anche la fornitura di servizi e la concessione di mezzi finanziari e non sara’ piu’ permesso acquistare e fornire metalli preziosi e diamanti, da e verso la Siria. Non saranno piu’ autorizzati atterraggio e decollo di aeromobili cargo di compagnie aeree siriane. Nel settore finanziario, gli averi in Svizzera della Banca centrale della Siria sono stati congelati ed e’ stato vietato il commercio di obbligazioni pubbliche siriane appena emesse. Gli istituti finanziari attivi in Svizzera non potranno piu’ intrattenere relazioni d’affari con banche siriane ed e’ inoltre stata proibita la conclusione di nuove assicurazioni e riassicurazioni con lo Stato siriano. La Svizzera ha adottato le prime sanzioni contro la Siria nel maggio 2011. Le misure in vigore finora comprendono un embargo sul materiale d’armamento, un embargo sulle merci che possono essere utilizzate per la repressione interna, un embargo sul petrolio, un divieto di fornire banconote e monete, sanzioni finanziarie e restrizioni di viaggio nei confronti di 128 persone fisiche e 42 imprese. Finora la Svizzera ha congelato valori patrimoniali per circa 70 milioni di franchi.