Sale a 105 morti in Siria, per lo più a Homs, il bilancio della repressione militare odierna compiuta dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad. Lo riferiscono gli attivisti anti-regime dei Comitati locali di coordinamento che forniscono una lista dettagliata e aggiornata delle vittime, di cui 93 si registrano a Homs. Mosca ha annunciato che vericherà le notizie di alcuni media sulla presenza di truppe speciali del Qatar e della Gran Bretagna a Homs.

Un aspetto “allarmante”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Aleksandr Lukashevich commentando una notizia arrivata da alcuni media internazionali, secondo cui nella zona di Homs si troverebbero già reparti delle forze speciali dei due Paesi per fornire consiglieri militari agli insorti. Lo riferisce l’agenzia Interfax. Ieri sono state uccise circa 61 persone. Inoltre ad Homs il taglio dell’energia elettrica ha provocato la morte di 18 neonati tenuti nelle incubatrici. Intanto l’Onu ha annunciato che la Lega Araba si appresta a rimandare in Siria la missione di osservatori sospesa il 28 gennaio dal segretario generale Nabil el Araby dopo l’aggravarsi della situazione. E, questa volta, chiede la cooperazione delle Nazioni Unite. Lo ha annunciato il segretario generale Ban Ki-moon dopo esserne stato informato dallo stesso el Araby. “Ha suggerito una missione congiunta in Siria con un emissario speciale comune”, ha detto Ban Ki-moon riferendo del colloquio con il segretario generale della Lega Araba In Italia c’é “grande preoccupazione” ma anche “irritazione per il massacro della popolazione siriana” da parte del regime di Bashar Al Assad. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, in un’audizione alla Commissione diritti umani del Senato.

 

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