A quasi quattro anni dalle stragi di Mumbai, costate la vita ad almeno 166 persone a fine novembre 2008, in India e’ stato giustiziato Mohammed Kasab, unico attentatore sopravvissuto all’eccidio, che si protrasse per tre giorni.
Secondo fonti del ministero dell’Interno indiano Kasab, 25 anni, cittadino pakistano, ritenuto affiliato all’organizzazione terroristica islamista ‘Lashkar-i-Taiba’, e’ stato impiccato nel carcere di Yerwada a Pune, la seconda citta’ dello Stato occidentale del Maharashtra, di cui l’ex Bombay e’ la capitale. Condannato a morte nel maggio 2010, lo scorso agosto la Corte Suprema di New Delhi ne aveva confermato la sentenza capitale. Poche ore prima dell’esecuzione il presidente della Federazione, Pranab Mukherjee, ne aveva respinto la domanda di grazia. Si tratta del primo detenuto giustiziato nel Paese asiatico dal 2004. Le autorita’ locali hanno notificato l’avvenuta applicazione della pena al governo del Pakistan, e si sono dette disposte a riconsegnare la salma qualora fosse eventualmente richiesta, ma finora nessuno l’ha reclamata. Kasab era stato filmato mentre, insieme al complice Ismail Khan, apriva il fuoco su una folla di poveri pendolari indifesi nella principale stazione ferroviaria della metropoli, uno dei teatri della tragedia. Le immagini, insieme al test del Dna, furono decisive per la sua condanna, anche se in gennaio comparendo alla prima udienza del giudizio di appello il giovane integralista sostenne di non aver ottenuto un processo equo. In aula dapprima appariva rilassato e sorridente ma, mano a mano che il dibattimento si avvicinava alla conclusione, comincio’ a mostrarsi chiuso e ostinatamente silenzioso, talvolta addirittura addormentato: un radicale mutamento di atteggiamento che indusse alcuni osservatori a metterne in dubbio la piena capacita’ d’intendere e di volere.