Molti si sono detti soddisfatti dell’aumento di salario, che va dall’11 al 22%, raggiunto al termine della protesta selvaggia cominciata il 10 agosto, anche se non hanno ottenuto il salario di base di 12.500 rand (1.170 euro) mensili che chiedevano con forza. Chi prima guadagnava 8mila rand lordi (740 euro circa), riceverà 9.600 rand (887 euro), mentre i circa 3mila perforatori, che prima guadagnavano 9mila rand (832), passeranno a circa 11mila (1.017).

Altri minatori sono meno soddisfatti, ma sono rientrati al lavoro per disperazione, dopo oltre un mese senza stipendio: “Torno al lavoro perchè ho vermente fame”, ha ammesso Phumlile Macefane, minatore 24enne. “Sono dispiaciuto perchè non posso avere i 12.500 rand – ha raccontato – i miei fratelli sono morti, sono stati uccisi dalla polizia”. Le forze di sicurezza hanno ucciso 34 persone a Marikana il 16 agosto scorso, mentre nei violenti scontri tra i sindacati erano morte altre 10 persone nei giorni precedenti. La polizia resta dispiegata con una presenza discreta, con i veicoli parcheggiati a debita distanza. Sebbene la calma sia tornata a Marikana, le tensioni sono aumentate in altre miniere della regione, dove i lavoratori chiedono a loro volta aumenti di salario.

 

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