La stessa camicia a quadri, cara ai boscaioli americani, è indossata educatamente chiusa dal giovane con la barbetta chiara, ma aperta sul seno nudo e sulle mutandine bianche da una deliziosa biondina. Ce n’é per far infuriare bloggers, associazioni dei consumatori e frequentatori della rete contro la catena di abbigliamento Usa American Apparel accusata di atteggiamento sessista per le pubblicità dei suoi prodotti nelle quali le ragazze sono sempre mezze nude, mentre i modelli sono costumati giovani vestiti di tutto punto.
Il ‘la’ alla polemica è stato dato da una giovane blogger svedese, Emelie Eriksson, 24 anni, che ha cominciato a lanciare accuse, postando sul suo blog le immagini incriminate della American Apparel perché tutti potessero prenderne visione e accusando di sessismo e di tentativo di fornire “un’immagine degradante della donna” l’azienda americana. Persino una pubblicità di leggings da discoteca è interpretata da una ragazza a seno nudo in pose provocanti. In breve tempo il blog della Eriksson è stato letto da centomila persone e le associazioni dei consumatori svedesi hanno chiesto l’intervento delle autorità che dovrebbero vigilare sulla pubblicità. Queste hanno negato la possibilità di oscurare il sito per ragioni pratiche e legali. Certo è che l’azienda Usa, proprietà del canadese Dov Charney e basata a Los Angeles, è stata spesso criticata per le sue pubblicità di cattivo gusto e lo stesso Charney ha detto che il sesso è un elemento che rientra nelle caratteristiche del prodotto. L’azienda aveva subito simili attacchi, con le stesse accuse di sessismo, recentemente anche in Gran Bretagna. Certo non una bella pubblicità per chi si fregia di nutrire particolare attenzione per i diritti dei lavoratori e per la sostenibilità sociale e ambientale della sua produzione.