Case e baracche distrutte, un palazzo di tre piani crollato, frane e smottamenti che hanno sepolto decine di persone, con un bilancio provvisorio di almeno 43 morti, fra i quali alcuni bambini: le Filippine centrali stamani sono state colpite duramente stamani da un violento terremoto di magnitudo 6,8 gradi Richter, seguito da uno di 6,2 e da uno sciame di scosse minori. Non e’ stato lanciato l’allarme tsunami, ma la popolazione che vive sulle coste e’ stata avvertita di allontanarsi ugualmente dal mare ed il panico si e’ diffuso fra la gente, che ricorda la lezione dell’apocalittico tsunami di Santo Stefano del 200
4. L’epicentro del sisma di oggi, ha rilevato l’istituto geosismico statunitense (Usgs), e’ stato rilevato intorno a mezzogiorno locale (le 6 di mattina circa in Italia) a 46 km di profondita’ nella crosta terrestre, nello stretto braccio di mare che divide le isole di Cebu e di Negros, a pochi chilometri dalle cittadine, entrambe su Negros, di Guihulngan, dove almeno 29 persone sono morte, sepolte vive sotto un grande smottamento di terreno, e di Tayasan, dov’e’ crollata una palazzina di tre piani. Le due scosse principali sono state avvertite con potenza anche nella citta’ di Dumaguete, 70 km dall’epicentro. Baracche e villini lungo la costa sono stati abbattuti. E anche se il centro di allerta tsunami del Pacifico, situato a Hawaii, non ha diramato l’allarme, alla popolazione costiera e’ stato consigliato di allontanarsi dall’acqua per un possibile aumento improvviso della marea, seppure non in forma di onda. La zona colpita, nella zona centrale dell’arcipelago filippino, che gia’ sabato aveva subito una scossa di magnitudo 6 – con epicentro vicino alla citta’ di Cebu, la seconda del Paese – non e’ quella normalmente frequentata dai turisti, che si concentrano soprattutto sulla costa occidentale. La tv ha mostrato immagini di gente impaurita nelle strade e sui tetti delle case anche parecchio tempo dopo il tremore principale. Benito Ramos, capo della protezione civile filippina, ha detto che le persone sono rimasti sui tetti degli edifici, nel timore di uno tsunami, e che la vita sta tornando alla normalita’ con grande lentezza.