Dopo l’accordo sulla vigilanza bancaria, raggiunto la scorsa notte, i leader della Ue si ritrovano oggi a Bruxelles per concentrarsi sugli interventi per la crescita e il lavoro. Nell’agenda del vertice, anche la politica estera, in particolare la situazione della Siria e l’Iran. “Restiamo determinati a stimolare la crescita e il lavoro”, riaffermeranno i leader, chiedendo che tutti gli impegni assunti “siano rispettati rapidamente”. Il compromesso della scorsa notte ha consentito di superare i contrasti tra Germania e Francia.

Entro “il primo gennaio 2013” dovrà essere concordata “la cornice legale” per il nuovo meccanismo di supervisione bancaria. Il mantenimento della data (messa in discussione da Berlino) consente di mantenere “il senso d’urgenza” del percorso. Su questo punto il presidente francese Francois Hollande non era disposto a cedere. La piena operatività del meccanismo (sotto l’egida della Bce) a tutte le 6000 banche della zona euro sarà però effettiva – secondo fonti – solo all’inizio del 2014. Alla piena operatività del meccanismo è legata la possibilità del fondo salva stati Esm di ricapitalizzare direttamente le banche. Ed è su questo punto che ‘frau Merkel’ ha preso la sua rivincita: le conclusioni del vertice confermano la ricapitalizzazione diretta da parte del fondo salva stati, ma non indicano nessuna data. Sono quindi pressoché sfumate le speranze della Spagna di potere ridare ossigeno ai propri istituti di credito senza dovere passare tra le forche caudine di nuove condizioni imposte per nuovi aiuti europei. La mancanza di scadenze consente alla Germania di allungare ulteriormente l’avvio di un meccanismo non gradito, almeno fino a dopo le elezioni politiche del settembre 2013.

 

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