Un piano di lavoro per far avanzare il processo di unificazione politica dell’Ue, da presentare al prossimo vertice Ue di giugno. Cerca di uscire dall’angolo con una proposta che porti allo scoperto i partner di eurolandia, la cancelliera tedesca Angela Merkel, che con l’aggravarsi della crisi del debito in Spagna e Grecia appare sempre più isolata.

In un’intervista che sarà trasmessa domattina dall’emittente pubblica Ard, Merkel ha spiegato che il prossimo summit europeo dovrà dare un chiaro segnale per “più Europa” e fissare le scadenze per ulteriori riforme che vadano nella direzione di un’ulteriore unificazione politica dell’Ue. Cosa ciò significhi per Berlino, la cancelliera lo spiega chiaramente: “Non abbiamo solo bisogno di un’unione monetaria, ma serve anche un’unione fiscale, cioé più coordinamento per le politiche di bilancio”. In altre parole, “dobbiamo dare, passo dopo passo, più competenze all’Europa, accordando all’Ue anche più poteri di controllo”. Lo scatto in avanti di cui parla Merkel – che ieri pomeriggio ha avuto un colloquio telefonico con il presidente statunitense Obama sull’importanza di rafforzare l’euro e la crescita in Europa – non sarà ‘indolore’. La distanza tra i Paesi dell’eurozona e il resto dell’Unione europea continuerà ad aumentare nei prossimi anni, ha spiegato Merkel, “perché chi é in un’unione monetaria deve cooperare più strettamente”. Ma sarebbe sbagliato chiudere la porta agli altri partner Ue: “Dobbiamo essere aperti e permettere sempre agli altri di collaborare”, come avvenuto sui trattati di Schengen. “Tuttavia non possiamo fermarci perché qualcuno non vuole procedere”, ha concluso la cancelliera. Nonostante le differenze di vedute, Berlino gioca di sponda su Francoforte, dove ieri il presidente della Bce Mario Draghi non solo ha lasciato inalterati i tassi di interesse, ma ha anche fatto intendere che le nuove misure per arginare la crisi arriveranno solo dopo che i governi dell’eurozona avranno dato prova di voler procedere con l’unificazione politica nel vertice Ue di fine mese. Merkel non ci sta ad essere accusata di parlare di crescita solo ora, con Atene sull’orlo del baratro e l’ombra di una reazione a catena catastrofica che incombe. “Sono stata io a introdurre il cosiddetto ‘patto per la competitivita’ (l’Euro-plus pact del marzo 2011), che si occupava esclusivamente della questione della crescita e della competitività”, ha detto nell’intervista all’Ard. Per la cancelliera “il consolidamento dei bilanci pubblici e la crescita sono due facce della stessa medaglia” e “le finanze solide da sole non bastano: servono altri elementi, soprattutto la competitività”.

 

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