Wikileaks torna a farsi viva pubblicando 5 milioni di mail della societa’ privata di analisi geopolitica e intelligence Usa ‘Stratfor’. Battezzata operazione ‘The globale intelligence files’ Wikileaks ha preso di mira la societa’, che ha sede ad Austin in Texas, fondata nel 1996 da George Friedman.
Stratfor e’ impegnata tra l’altro in prima fila contro la lotta ai pirati informatici e pubblica un bollettino quotidiano molto seguito dagli analisti di tutto il mondo. Il 24 dicembre dello scorso anno fu attaccata dagli hacker di Anonymous che riuscirono a trafugare i dati di 4.000 utenti. Il sito fondato da Julian Assange, agli arresti domiciliari in Gran Bretagna dove combatte contro la richiesta di estradizione per una duplice accusa di stupro in Svezia, era assurta agli onori della cronaca pubblicando nel 2010 in due tranche mail riservate del Pentagono prima sulla guerra in Iraq (il 5 aprile) e poi sull’Afghanistan (25 luglio). Il colpo grosso lo fa il 28 novembre sempre del 2010 quando – imbarazzando la diplomazia americana – pubblica circa 260.000 cablogrammi riservati spediti periodicamente dai diplomatici Usa in tutto il mondo per riferire particolari sulla situazione politica dei Paesi dove sono distaccati. Dispacci dove senza peli sulla lingua e in totale liberta riferiscono giudizi e pettegolezzi sui diversi leader politic, peraltro la maggior parte ottenuti dalla semplice lettura della stampa locale. Il caso rischi’ di incrinare le relazioni diplomatiche di Washington con molti alleati. I dati furono forniti ad Assannge dal caporale Usa Bradley Manning, che ora rischia l’ergastolo davanti alla corte marziale. Il materiale pubblicato va da luglio del 2004 a dicembre del 2011 e secondo Wikileaks svelera’ “la rete di informatori, i pagamenti a loro effettuati, le tecniche di riciclaggio di denaro e i sistemi di pressione psicologica usati da Stratfor. Come nelle precedenti tornate di documenti segreti pubblicati Wikileaks si e’ rivolta stavolta a 25 testate di tutto il mondo che collaborano all’analisi dei documenti. Per l’Italia sono ‘La Repubblica’ e ‘L’Espresso’ del gruppo De Benedetti.