”Questa morte, come le altre, ci pesa sulle coscienze”: lo ha detto il vescovo di Acerra (Napoli), monsignor Antonio Di Donna, commentando la morte di un giovane del posto, stroncato dal cancro a soli 16 anni, e la cui cerimonia funebre è stata officiata ieri proprio dal presule. Di Donna ha esortato le istituzioni a sbrigarsi con le bonifiche del territorio ”perché si procede troppo lentamente”, ed invocato un serio e scientifico studio dei fattori inquinanti. ”Sono questi i veri eroi del nostro popolo, che meriterebbero gli applausi, il concorso di folla, la televisione e i giornalisti – ha aggiunto Di Donna – gli innocenti come Marco, ragazzo di 16 anni ma molto più maturo della sua età, che ha affrontato con dignità la morte insieme al padre, alla madre, alla sorella e al fratello”. Il ragazzo è morto la notte di Pasqua all’ospedale Pausillipon di Napoli, dopo due anni di lotta contro il male che lo aveva colpito, ed il vescovo gli aveva fatto visita la mattina del venerdì Santo, invitando i fedeli a pregare per il 16enne a conclusione della via Crucis per le vie della città. ”Nessuna morte può essere strumentalizzata – ha aggiunto Di Donna -, ma non possiamo limitarci a contare i morti, né, tanto meno cadere nella rassegnazione. Noi tutti piangiamo, perché questa morte, come le altre, ci pesa sulle coscienze. Dobbiamo batterci il petto come le folle di Gerusalemme”.