Sono 215 i senza fissa dimora morti per strada a Napoli e dintorni negli ultimi 16 anni, 22 solo nel periodo che va dal febbraio 2012 al febbraio dello scorso anno.
Duecentoquindici nomi che verranno ricordati per iniziativa della Comunità di Sant’Egidio nel corso di questo mese attraverso quattro celebrazioni liturgiche che vedranno la partecipazioni di 250 senza fissa dimora, volontari e associazioni che operano nel settore. ”Per ognuno sarà accesa una candela, segno di vita” sottolinea Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant’Egidio di Napoli. Oggi si è svolta una celebrazione nella chiesa di SS. Filippo e Giacomo ad Aversa mentre domani se ne terrà un’altra alle 10.30 nella chiesa di San Pietro martire, in piazza Bonghi nei pressi dell’Università centrale di Napoli. Domenica 16 febbraio terza celebrazione alle 10.30 nella chiesa di SS. Filippo e Giacomo in via san Biagio dei Librai a Napoli, infine sabato 8 marzo ultima celebrazione nella chiesa di S. Maria Assunta in cielo di San Giovanni a Napoli.
”Da sedici anni, a Napoli, la Comunità di Sant’Egidio ricorda le vittime della vita in strada, a partire dalla morte di Elisa Cariota – spiega Mattone – un’anziana senza fissa dimora, che viveva nei pressi della Stazione Centrale di Piazza Garibaldi, morta il 17 febbraio 1997. Tra i deceduti, ricordiamo Samuel, clochard morto lo scorso novembre che viveva nei pressi di piazza Municipio di cui ha tanto parlato la stampa, e che non ha avuto ancora sepoltura perché non è stato identificato”.
”Questa vicenda – rileva il portavoce della Comunità – fa emergere in modo emblematico la problematica dei riconoscimenti delle identità delle persone morte, che talvolta restano per mesi e mesi in attesa della degna sepoltura. Qualche giorno dopo a San Giovanni a Teduccio perse la vita Giusi, malata psichiatrica morta per il freddo,e per ultimo Claudio morto al Cardarelli pochi giorni fa”. La Comunità di Sant’Egidio esprime la sua preoccupazione per l’aumento della povertà e per le difficili condizioni in cui vivono tanti senza fissa dimora, e lancia un appello alle istituzioni perché vengano aperte nuove strutture di accoglienza soprattutto per i senza fissa dimora malati. Dopo la celebrazione liturgica di San Pietro Martire verrà offerto un pranzo ai senza fissa dimora.