I detenuti nelle carcere italiane al 31 marzo 2016 erano 53.495, in crescita rispetto ai 52.164 del 31 dicembre 2015 e ai 52.754 del 30 giugno dello scorso anno: negli ultimi 15 mesi c’è stato un incremento di 1.331 detenuti. Lo evidenzia l’associazione Antigone, nel suo 12mo rapporto annuale dal titolo ‘Galere d’Italia’, sottolineando i progressi rispetto al picco del giugno 2010, quando i detenuti erano 68.258, ma anche il timore di un’inversione di tendenza e che riparta il sovraffollamento. I posti letto sono, secondo i dati dell’amministrazione penitenziaria citati dall’associazione che si batte per i diritti nelle carceri, “49.545, non sempre però tutti realmente disponibili. Almeno 3.950 persone sono prive al momento di posto letto regolamentare”. Il tasso di sovraffollamento, ossia il numero di detenuti rispetto al numero di posti letto regolamentari, è ufficialmente del 106%, senza tenere però conto delle sezioni provvisoriamente chiuse. In Germania il tasso è dell’81,8%, in Spagna dell’85,2%, mentre in Belgio del 118%. Poco meno di 9 mila detenuti vivono ancora in meno di 4 metri quadri pro-capite, che è lo standard minimo previsto dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa. Sono 19.037 i detenuti con residuo di pena inferiore ai tre anni, e che potrebbero quindi finire di scontarla all’esterno, se la magistratura di sorveglianza lo accordasse. Sono invece “1.633 gli ergastolani, in crescita rispetto al 2011 quando erano 1.446 e 1.408 nel 2009, anche se diminuiscono gli omicidi”.

 

 

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