Dovrebbe tenersi tra domani e mercoledì l’udienza di convalida del fermo del 28enne Daniele Leggiero, accusato di aver ucciso il padre con una coltellata al torace per difendere la madre dalla violenza dell’uomo. Il fatto è avvenuto sabato ad Alife, nell’Alto-Casertano. Il giovane è ai domiciliari per omicidio volontario su disposizione del sostituto Giacomo Urbano della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che oggi chiederà al Gip di fissare l’udienza. Già nella notte tra sabato e domenica il giovane, accompagnato dal suo legale Giuseppe Stellato, aveva reso dichiarazioni ai carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese e al magistrato; Leggiero aveva spiegato di essere intervenuto per sedare una lite tra i genitori e di aver spintonato il padre lanciandogli poi degli oggetti nel tentativo di difendere la madre da un probabile pestaggio; “il coltello era sul tavolo assieme ad altri oggetti – ha raccontato – ho lanciato contro mio padre tutto ciò che ho trovato, tra cui quell’arma”. Per Leggiero dunque si sarebbe trattato di un incidente, o comunque di una condotta colposa e non volontaria. Proprio su questa circostanza si giocherà la “partita” della responsabilità; per la difesa, l’arma, un coltello dalla lama non lunga e poco spessa, si sarebbe conficcato nel torace di Giuseppe Leggiero dopo essere stato lanciato, azione che sarebbe compatibile con la larghezza della ferita, pari ad appena un centimetro; gli inquirenti ritengono invece che il giovane possa averlo appoggiato al torace e spinto dentro, cosa che accrediterebbe l’ipotesi della condotta dolosa. Sarà decisivo su tal punto l’esame medico-legale. Intanto i carabinieri hanno continuato a sentire anche oggi parenti e conoscenti dei Leggiero; i congiunti hanno confermato che l’imprenditore caseario e la moglie Patrizia Navarra litigavano spesso, sebbene nessuno avesse mai pensato che potesse accadere una cosa del genere. I vicini e gli amici invece hanno parlato di una coppia normale, che litigava come tutte le altre.

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