NAPOLI – Sono stati rinviati a giudizio 16 tra ex dirigenti e medici in servizio all’Ati (oggi Atitech) nel periodo compreso tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Duemila accusati di violazione delle norme di prevenzione infortuni e di omicidio colposo in danno di due lavoratori, Aldo Converso e Pasquale Quattromani.

Lo ha deciso il gup Pietro Carola al termine dell’udienza preliminare; il processo comincerà il 13 giugno del prossimo anno e dunque è molto probabile che i reati saranno prescritti prima della sua conclusione. Converso e Quattromani lavoravano a contatto con l’amianto, nello stabilimento Ati di Capodichino, dove si riparavano e si riparano aerei: morirono, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, nei primi anni Duemila. La loro morte, secondo l’accusa, fu dovuta «all’inosservanza delle comuni regole di diligenza, prudenza e perizia» nonché «alla violazione delle norme sulla disciplina per la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro». In un comunicato, l’Osservatorio nazionale amianto esprime soddisfazione per la decisione.

 

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