NAPOLI – La presunta truffa contestata nell’ambito dell’inchiesta sull’area dell’ex Italsider di Bagnoli è “inverosimile”, dal momento che “il tutto sarebbe stato finalizzato non al perseguimento di interessi personali, ma soltanto a favorire un ente, la Bagnolifutura, che come è noto è una società a totale capitale pubblico”. Lo sostiene l’avvocato Giovanni Battista Vignola, che assiste Bagnolifutura, nella memoria difensiva depositata oggi al Tribunale del Riesame, al quale ha chiesto il dissequestro della struttura (il sequestro era stato disposto dal gip il mese scorso su richiesta del pm Stefania Buda).

Il ricorso della difesa potrebbe tuttavia essere dichiarato inammissibile, dal momento che lo stesso legale della società aveva in un primo momento rinunziato al Riesame per potere studiare la mole di documenti agli atti dell’inchiesta e aveva presentato un secondo ricorso in seguito a un problema di mancate notifiche. Nella memoria, poi, in ordine all’accusa di disastro ambientale Vignola avanza dubbi sui sondaggi realizzati dal consulente della Procura, professor Benedetto De Vivo, “soltanto 28 su un’area di ben 785.152 metri quadri”.

 

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