Beni per un valore di 35 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Napoli in un’indagine, coordinata dalla Procura di Nola, nell’ambito della quale sono stati arrestati due imprenditori operanti nel settore della raccolta e del commercio di materiale ferroso.
Sono accusati di frode fiscale e truffa. Il personaggio intorno a cui ruota l’indagine della procura di Nola è Francesco Ragosta, imprenditore nel settore ferroso, destinatario di una ordinanza di custodia in carcere, attivo anche in varie attività a livello nazionale (alimentare, immobiliare e alberghiero). La Finanza ha sequestrato, tra l’altro, anche un complesso industriale a Palma Campania per un valore di un milione di euro nonché quote societarie e conti correnti. Gli investigatori avevano già portato al termine indagini su due frarelli di Ragosta, Giovanni(agli arresti domiciliari) e Fedele, al quale sono stati sequestrati beni per 35 milioni, per frode fiscale e truffa. Oltre a Ragosta sono indagati anche otto tra parenti e collaboratori dell’imprenditore. L’inchiesta è scaturita da accertamenti presso la Sidertrans sas di Palma Campania nel corso dei quali è emersa una frode fiscale quantificata in 32 milioni di euro.
Il gruppo Ragosta, in una nota diffusa in serata, è intervenuto in serata con una nota sull’operazione della Fuardia di Finanza “onde evitare danni di immagine ed occupazionali al Gruppo Ragosta, totalmente estraneo alla vicenda di oggi”. Nella nota si esclude che Francesco Ragosta abbia interessi “in varie attività a livello nazionale (alimentare, immobiliare e alberghiero)”. “Queste attività a livello nazionale – si legge nella nota – sono condotte dal Gruppo Ragosta, completamente estraneo alla vicenda odierna”. “Inoltre – si sottolinea nel comunicato -, i beni sequestrati a Francesco Ragosta ammontano ad 1 milione di euro non 35”.Inoltre “il sequestro cautelare contro Fedele Ragosta non è stato emesso per truffa ma per una contestazione fiscale in corso di dibattito”.