Una intera raffineria a Terni e 723 tonnellate di gasolio sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Napoli nel corso di un’operazione contro il contrabbando di prodotti petroliferi che ha portato a due arresti – tra cui l’amministratore legale della raffineria – e alla denuncia di altre undici persone. La banda operava in Campania, Lazio, Abruzzo, Umbria. Il gasolio è stato sequestrato anche in 4 depositi. Della banda di contrabbandieri di carburante sgominata dalle fiamme gialle di Napoli faceva parte anche l’amministratore legale della raffineria sequestrata in Umbria – che figura tra i denunciati e non tra gli arrestati, come si era appreso in precedenza – il quale si adoperava per agevolare il contrabbando di notevoli quantità di carburante.

Le 723 tonnellate di gasolio per autotrazione, corrispondenti a circa 768 mila litri, sono state sequestrate, insieme a sei articolati, in quattro depositi che si trovano a Cave (Roma), Cellino Attanasio (Teramo), Battipaglia e Campagna, in provincia di Salerno. I militari del nucleo di polizia tributaria di Napoli hanno accertato un consumo in frode di altre 490 tonnellate (circa 587 mila litri) di prodotti petroliferi. I due arrestati, sorpresi in flagranza, e gli undici denunciati, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di prodotti petroliferi. Le autocisterne – è stato appurato durante le indagini – partivano da Napoli con una precisa e documentata destinazione che però cambiava durante il tragitto: il carburante, infatti, veniva scaricato depositi clandestini dai quali veniva poi smistato per il contrabbando. La commercializzazione al dettaglio dei prodotti petroliferi di contrabbando ha determinato, di conseguenza, l’evasione delle imposte.

 

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