Il viceprefetto Francesco Sperti è stato assolto in via definitiva dall’accusa di aver favorito i fratelli Righi, ristoratori napoletani con forti interessi economici a Roma, considerati legati al clan camorristico Contini. Lo ha reso noto lo stesso funzionario del Viminale. La sentenza di primo grado era stata impugnata dalla procura di Napoli, ma la Corte d’Appello del capoluogo campano nel luglio scorso ha rigettato il ricorso – riguardante anche altri imputati – perché presentato in ritardo e via fax. L’assoluzione di Sperti è così passata in giudicato e nei mesi scorsi è stata certificata al suo legale. Il viceprefetto, 61 anni, in passato commissario straordinario di diversi Comuni sciolti per mafia, era accusato di associazione a delinquere con i fratelli Antonio, Luigi e Salvatore Righi. L’inchiesta ‘Margarita’ nel gennaio 2014 portò a 20 arresti e al sequestro di 23 tra bar e ristoranti a Roma riconducibili agli imprenditori, già in passato inquisiti o condannati a vario titolo per diversi reati. Nel maggio scorso sono stati confiscati dai carabinieri di Roma beni per 80 milioni di euro ai Righi, ritenuti “stabili riciclatori” della camorra. “Gli elementi allegati dalla pubblica accusa non provano lo stabile contributo che Sperti avrebbe fornito alle attività indicate come programma dell’associazione contestata al capo 11 e ritenuta non sussistente dallo scrivente – scrive il giudice nella sentenza di assoluzione -. Alcune delle interlocuzioni (nelle telefonate intercettate, ndr) investono cause che il professionista ha curato o sta curando per conto delle imprese controllate dai Righi; questioni attinenti l’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico; controversie civili e amministrative; ecc. Altre attengono a questioni personali. Di altre ancora non si comprende l’esatto significato. In ultima analisi, seppure regolarmente retribuito dai Righi con uno stipendio mensile, non emerge che i servizi professionali di Sperti attengano alla realizzazione di fattispecie di reato”. (

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