Chiede al clan di punire l’amante di una parente, una richiesta puntualmente accolta con il ferimento dell’uomo. È un particolare emerso dalle indagini culminate questa mattina con l’arresto di 5 persone ritenute affiliate al clan camorristico Polverino, attivo nella zona a nord di Napoli e in provincia.
A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip sono stati i Carabinieri del Nucleo investigativo. Gli indagati sono considerati responsabili di lesioni personali gravissime e di detenzione e porto illegali di armi, aggravati dall’aver agito con finalità mafiose. Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i militari dell’Arma hanno scoperto il mandante e gli esecutori del ferimento chiesto da un imprenditore vicino al clan per punire un cittadino straniero che aveva intrattenuto una relazione extraconiugale con una parente. Il cittadino straniero, Omar Memedoski, venne gambizzato il 19 dicembre del 2008, su ordine di Giuseppe Polverino, elemento di vertice dell’omonimo clan di Marano (Napoli). A lui si era rivolto Gennaro Di Razza, proprietario di un noto complesso turistico, in rapporti con il clan, che voleva punire Memedoski per non avere interrotto, nonostante i pestaggi, la relazione che aveva intrapreso con la moglie di suo figlio. Il ferimento fu preceduto da un altro tentativo di intimidazione, l’8 ottobre, finito male. Il sicario delegato dal clan, infatti, non riuscì a gambizzare Memedoski ma si ferì da solo, con il fucile a canne mozzate che aveva nella cintola dei pantaloni, dal quale partì inavvertitamente un colpo. Il sicario riportò una grave ferita alla gamba e la successiva amputazione. Il provvedimento di arresto riguarda Sabatino Cerullo, 47 anni; Gennaro Di Razza, 66 anni; Salvatore Liccardi, 41 anni; Giuseppe Polverino, 56 anni e Salvatore Simioli, 47 anni.