Per vendicare l’uccisione del cognato di un boss, due clan si coalizzarono per uccidere due fratelli affiliati a un’altra organizzazione criminale. A sette anni da quel duplice omicidio, i carabinieri di Napoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli a carico di sette persone, tutte già detenute per altri reati, ritenute affiliate ai clan camorristici Birra-Iacomino e Gionta, operanti a Ercolano e Torre Annunziata, nel Napoletano.

I sette sono ritenuti responsabili a vario titolo di duplice omicidio e violazione alle legge sulle armi. Nel corso di indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, i militari dell’Arma del nucleo investigativo di Torre Annunziata e i colleghi della compagnia di Torre del Greco hanno individuato mandanti ed esecutori dell’agguato avvenuto in un bar di Terzigno il 10 febbraio 2007 nel quale rimasero uccisi i fratelli Marco e Maurizio manzo, ritenuti esponenti degli Ascione-Papale. Secondo quanto appurato dai carabinieri, il duplice omicidio sarebbe stato organizzato per vendetta dai vertici dei Birra-Iacomino, d’accordo con gli esponenti del clan Gionta, che avevano fornito un ”gruppo di fuoco” per vendicare l’omicidio di Giuseppe Infante, cognato di Giovanni Birra, ucciso il 28 giugno del 2001. Ad essere raggiunti dal provvedimento in carcere sono stati lo stesso Giovanni Birra, 51 anni; Stefano Zeno, 48; Pasquale Gionta, 37; Giovanni Iapicca, 42; Alfonso Agnello, 50; Michele Chierchia, 63; Mario Padovan, 37.

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