Sono stati i video, agghiaccianti, a convincere il giudice che quell’anziana donna napoletana, malata e incapace di denunciare, aveva subìto vere e proprie torture dalla sua badante straniera che, con non poca fatica, è stata rintracciata e poi arrestata dalla polizia di Stato di Napoli grazie a uno stratagemma. La vittima, affetta da una grave patologia neurodegenerativa, non era in grado di raccontare tutte le angherie che doveva sopportare per mano della sua aguzzina che però appariva gentile e premurosa ai suoi familiari. Le immagini però non hanno lasciato dubbi: la vittima è stata presa a schiaffi, maltrattata, anche dov’era dolorante a causa del bacino fratturato, proprio per procurarle più male, come quando le veniva poggiava l’asciugacapelli bollente sulla testa. Un film dell’orrore impossibile da sopportare. La badante era stata assunta con l’aiuto di un’associazione qualificata e nessuno sospettava che fosse capace di tali nefandezze. Per il gip di Napoli Egle Pilla, che ha accolto le richieste del pm Cristina Curatoli e del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, sono state sevizie, violenze e minacce inflitte senza alcun senso di compassione o di pietà umana, ma solo per pura cattiveria. A scoprirle è stata una figlia della vittima. Non riusciva a spiegarsi gli improvvisi pianti disperati della madre e le urla sentite un giorno, salendo le scale, mentre si stava recando a trovarla. Segnali che l’hanno spinta a guardare quei filmati registrati dalla videosorveglianza la cui presenza, peraltro, non era stata nascosta alla badante. La scoperta è stata scioccante. Appena ripresasi dal dolore ha avvertito il fratello e convocato la badante.
Lei, dopo avere negato, se n’è andata facendo perdere le tracce. Prima avrebbe cercato di manomettere l’hard disk dove le tre telecamere avevano registrato le prove delle sue azioni. Ma il supporto con le immagini che la incastravano era già stato messo al sicuro. Gli investigatori di Scampia, diretti dal primo dirigente Bruno Mandato, ricevuto l’ordine di arresto, hanno setacciato tutte le località dove la donna poteva essersi rifugiata, preoccupati dall’eventualità che quelle sevizie sarebbero potute toccare anche ad altri. Nel Napoletano dove risultava residente di lei non c’era traccia. Per scovarla si è dovuti ricorrere a uno stratagemma. Presentandosi come una donna in cerca di una badante qualificata, una poliziotta si è recata in un’ agenzia di collocamento con la richiesta di volere assumere una persona che avesse esattamente le stesse caratteristiche della ricercata, offrendo come stipendio 1.200 euro al mese. È stato così che, alcuni giorni dopo, l’agenzia ha contattato e fissato un appuntamento con la badante ricercata che, una volta davanti alla sede dell’agenzia, è stata bloccata e arrestata. Stava già prestando servizio in un’altra famiglia, confermando i timori degli inquirenti che ora stanno cercando di contattare tutti coloro per i quali la donna ha lavorato.