L’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto lancia l’allarme per l’incolumità e la vita del testimone di giustizia Luigi Leonardi, giovane imprenditore partenopeo che si è ribellato alle estorsioni camorristiche subendo minacce, attentati e sequestri, e con le sue denunce alla Direzione Distrettuale Antimafia ha consentito che in due processi a carico di esponenti dei clan venissero condannati uomini di fazioni criminali del napoletano e del casertano, a cominciare dagli scissionisti. «Solo pochi giorni fa – ricorda il segretario nazionale della Caponnetto, Elvio Di Cesare – si è concluso il secondo processo con ulteriori condanne a criminali tuttora a piede libero. Non è difficile dunque immaginare il clima che circonda il coraggioso imprenditore. Un uomo che ha solo compiuto fino in fondo il suo dovere di cittadino italiano, ma un uomo che lo Stato oggi lascia solo in balia dei suoi aguzzini. Sembra incredibile, eppure la sequenza di lettere con rimpalli di responsabilità in perfetto burocratese tra il servizio centrale di protezione e le prefetture di Napoli e Caserta dicono proprio questo: benché sulla carta sia stata disposta la protezione di Leonardi, nei fatti ciò non è mai avvenuto, tanto che anche all’ultima udienza dei giorni scorsi l’imprenditore è arrivato da solo, tanto che all’ultima udienza lo stesso pm antimafia ha espresso apertamente sconforto nel constatare che nessuna delle sue prefetture avesse dato concretamente seguito alla procedura di tutela secondo quanto previsto per legge. La protezione al testimone di giustizia di fatto, ad oggi, 4 gennaio 2016, ancora non c’è».

 

 

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