NAPOLI – Alcuni degli affiliati al clan camorristico dei Casalesi continuavano a gestire gli affari criminali, nonostante fossero detenuti nel carcere napoletano di Secondigliano. E’ quanto emerge a seguito dell’operazione condotta dalle Squadre mobili di Firenze e Caserta, coordinate dalla Dda fiorentina e napoletana, e che ha portato a 23 arresti, di cui 13 in Toscana e 10 in Campania.
Alcuni degli arrestati sono stati raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare gia’ in carcere. In base ad intercettazioni video-ambientali, gli investigatori hanno scoperto che dal penitenziario di Secondigliano, gli affiliati continuavano a svolgere il proprio ruolo all’interno del clan camorrista, provvedendo ad assicurare l’assistenza necessaria ai detenuti casalesi, gestendo gli affari e le dinamiche interne al clan.