NAPOLI – E’ ancora all’esame del gip del Tribunale di Napoli Marina Cimma il fascicolo relativo all’inchiesta sulla presunta compravendita dei senatori nell’ambito della quale la procura ha chiesto il giudizio immediato di Silvio Berlusconi con l’accusa di corruzione. E’ ormai scaduto il termine – comunque non tassativo – di cinque giorni dalla trasmissione della richiesta da parte del pubblico ministero ma la decisione non è stata ancora adottata.
Il giudice sta valutando anche la memoria depositata dai legali del Cavaliere, gli avvocati Michele Cerabona e Niccolò Ghedini: i penalisti, a quanto si è appreso, sostengono che manchino i presupposti per disporre il giudizio immediato. I legali non entrano nel merito della vicenda ma si soffermano su questioni di diritto. Gli avvocati potrebbero aver anche aver sottolineato che a Berlusconi non sia stata offerta dai pm la possibilità di farsi interrogare dai magistrati inquirenti (i pm proposero tre date al leader del Pdl il quale sostenne tuttavia che in quei giorni aveva impegni politici e appuntamenti legati alle sue vicende giudiziarie; successivamente Berlusconi avanzò la richiesta di essere ascoltato dopo il 15 marzo senza però indicare una data precisa tanto che i pm poco dopo provvidero a formulare la richiesta di rinvio a giudizio). Il pool di magistrati che indagano sulla vicenda (i procuratori aggiunti Cafiero de Raho e Greco e i sostituti Piscitelli, Woodcock, Milita, Vanorio e Curcio) hanno chiesto il giudizio immediato anche per l’ex senatore Sergio De Gregorio – – che a suo tempo avrebbe ricevuto tre milioni di euro dal Cavaliere per passare allo schieramento di centrodestra e contribuire alla crisi del governo Prodi – e per l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, che nella presunta compravendita avrebbe avuto un ruolo di intermediario. Anche il legale di Lavitola, avvocato Gaetano Balice, ha depositato una memoria difensiva, mentre non risulta analoga iniziativa da parte di De Gregorio, difeso dall’avvocato Carlo Fabbozzo. Per l’ex senatore – che è sotto inchiesta anche per presunti rapporti con la camorra – , una volta scaduto il mandato parlamentare, venerdì scorso è diventata esecutiva una ordinanza agli arresti domiciliari emessa nel corso di una indagine per i finanziamenti all’editoria. Lavitola è invece detenuto dal 16 aprile dello scorso anno quando tornò in Italia reduce da una lunga latitanza in America Latina.