C’è bisogno di un sistema che consenta ”di mandare a casa la gente che si è macchiata di corruzione”. E’ quanto ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone parlando oggi al forum ‘Anticorruzione e trasparenza”, in corso al Tar della Campania. Talvolta capita, ha detto ancora Cantone, che ”nelle pubbliche amministrazioni ci sono persone che sono state condannate, che hanno beneficiato nei gradi successivi della prescrizione, e che nei loro confronti non è stata mai attivata la procedura disciplinare”. Le pubbliche amministrazioni devono essere ”il primo baluardo per la prevenzione della corruzione”. Per Cantone, ”se nelle pubbliche amministrazioni non saranno creati gli anticorpi qualunque attività repressiva è destinata a finire senza alcuna chance di successo”. A giudizio del presidente Cantone bisogna indurre le ”pubbliche amministrazioni ad adottare il piano anticorruzione, che prevede un responsabile”. Ma è accaduto che alcune amministrazioni locali, ha detto ancora Cantone, si sono limitate ”a copiare il piano nazionale, a non fare alcuna analisi del rischio”. L’autorità nazionale anticorruzione non è affatto ”un organismo di ausilio o di complemento dell’autorità giudiziaria; non è assolutamente compito dell’autorità scoprire fatti di corruzione. Il compito è quello di garantire il rispetto delle norme della legge 190 e dei decreti successivi”. Ma bisogna stare attenti, ha aggiunto Cantone, soprattutto alle ”corruzioni più sofisticate” dove ”la legalità formale viene utilizzata come schermo per consentire le ipotesi di corruzione”.

 

 

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