Da Napoli a Firenze per ‘assalire’ in casa anziani soli, anche di 90 anni di età, e truffarli di denaro e gioielli fingendosi avvocati: alle vittime dicevano che avrebbero risolto improvvise ‘grane’ capitate ai figli, arresti o incidenti stradali. Ma per pagare le prime spese, o addirittura una specie di cauzione per uscire dal carcere (sistema che in Italia non esiste), chiedevano soldi ‘cash’, alcune migliaia di euro per volta. Tutte storie inventate di un metodo di truffa collaudato per cui la squadra mobile di Firenze ha arrestato Giovanni Barone, 25 anni, e Nunzio Kevin Gallo, 23. Entrambi sono di Napoli e organizzavano trasferte di due-tre giorni nel capoluogo toscano finalizzate a selezionare le vittime, agganciarle in casa e portare via i loro averi con finti pretesti e dicendo di essere avvocati pronti a risolvere i problemi. Lo hanno fatto più volte. La polizia sospetta a carico di Barone e Gallo una trentina di truffe, tra quelle tentate e quelle andate a segno dalla fine del 2014 ad ora. Al momento sono stati arrestati per le ultime di ieri, in zona Coverciano: tre truffe tentate (in un caso un’anziana ha chiamato un poliziotto suo conoscente dopo che uno sconosciuto l’ha invitata presso un ufficio postale) e una truffa riuscita in cui hanno portato via 2.900 euro ad un’altra anziana. Gli investigatori della polizia ormai li avevano individuati e, pedinandoli, ieri li hanno bloccati con il denaro in auto sull’A1. Per arrivare a loro è servita un’attività investigativa durata mesi, che non si fermerà con questi due arresti perché altre ‘batterie’ di truffatori sono in azione a Firenze con le stesse tecniche dirette agli anziani. “Questa è gente preparata senza scrupoli e che si approfitta della solitudine degli anziani, specie di quelli che vivono soli – ha spiegato il questore Raffaele Micillo in una conferenza stampa – Rinnovo l’invito a non dare soldi a nessuno, a non dare notizie della famiglia, a non credere alla loro baggianate. Sono truffe fatte a una fascia debole della popolazione. Le vittime, data l’età, cadono in uno stato di grave prostrazione e mortificazione, persino si vergognano con familiari e parenti per esser caduti nel tranello”. Secondo gli investigatori, i due falsi avvocati si sarebbero procurati notizie sugli anziani (casa, numero telefonico, indirizzo) sia informandosi nel quartiere dove abitano, sia acquistando sui canali clandestini di Internet (il cosiddetto ‘black market’) indirizzari ed elenchi che vengono usati per preparare le truffe.

 

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