TORRE DEL GRECO – Altri 662 obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione, la società con sede a Torre del Greco (Napoli) e nella quale sono stati investiti oltre 720 milioni di euro da parte di quasi tredicimila risparmiatori, hanno deciso di chiamare in causa gli organismi di controllo e in particolare Consob, Kpmg e collegio sindacale del gruppo armatoriale. A riferirlo è l’avvocato Antonio Cardella, rappresentante dell’unione nazionale consumatori e legale dei 662 risparmiatori che vanno ad aggiungersi ai 444 difesi dall’avvocato Grasso.
“Un atto di intervento – sostiene Cardella – che, partendo dalla storia della Deiulemar, dalla sua costituzione al fallimento, ripercorre le tappe fondamentali di questa vicenda che ha letteralmente messo in ginocchio l’economia cittadina. Un’azione nella quale crediamo molto perché, a distanza di circa un anno, ancora non si comprende come sia stato possibile consentire una tale raccolta di denaro in uffici collocati al centro della città, quasi sempre più affollati delle banche che operano sul territorio, senza che gli organismi interni e esterni esercitassero i dovuti controlli. Tanti i risparmiatori che hanno aderito e tanti quelli che continuano a chiedere di potere aderire, per i quali verrà predisposto, nei prossimi giorni, un altro atto di intervento”. – Sulla stessa lunghezza d’onda lo studio legale Colapietro, che “ha provveduto a depositare – come si legge in una nota diffusa alla stampa – presso il tribunale di Torre del Greco atto giudiziario nei confronti di Consob, Kpmg, collegio sindacale della società armatoriale fallita Deiulemar e eredi del capitano Michele Iuliano. Nello stesso atto si è, inoltre, provveduto a richiedere la chiamata in causa degli ulteriori amministratori di fatto della Deiulemar, ovvero Pasquale Della Gatta, Angelo Della Gatta, Giuseppe Lembo e Leonardo Lembo. La prossima udienza è prevista per il 4 dicembre, anche se il relativo fascicolo potrebbe essere spostato al tribunale di Torre Annunziata per la discussione collegiale”. “Dopo l’inizio della procedura fallimentare – sottolinea l’avvocato Pino Colapietro – era importante dare un ulteriore segnale per gli obbligazionisti procedendo a verificare anche le responsabilità degli organi di vigilanza che per anni avrebbero dovuto controllare l’operato della Deiulemar relativamente alla emissione dei titoli obbligazionari. Invece, è un dato di fatto che malgrado vi siano stati ben tre organi di vigilanza, il colosso armatoriale è riuscito a nascondere 700 milioni di titoli irregolari. Possibile tutto questo? I magistrati dovranno verificare se ci sono responsabilità nella relativa gestione, in quanto è assurdo pensare che sia così semplice aggirare i controlli di ben tre organi: se fosse così, non avrebbe più senso la sopravvivenza degli stessi, in quanto non avrebbero mai modo di adempiere alle funzioni per le quali sono stati creati. La chiamata in causa degli ulteriori soggetti è data dal fatto che è assurdo pensare che l’artefice di tale disastro sia stato solo ed esclusivamente il capitano Michele Iuliano. Quanto successo – conclude Colapietro – è frutto della collaborazione di tutti e cinque i soggetti che indisturbati hanno permesso che ciò si verificasse, d’altronde come è stato accertato dalla Procura di Torre Annunziata. Ora tutti devono pagare per un dramma che ha ormai messo in ginocchio una intera città”.